Il Guardiano Di Notte

di Ole Bornedal (Danimarca, 1994)

“Il Guardiano Di Notte” (“Nattevagten”) è un thriller danese che ha raccolto molti consensi alla sua uscita, sia in patria che all’estero (da noi si aggiudicò l’edizione 1995 dello storico Fantafestival romano). Questo è niente, anche perché poco tempo dopo il regista Ole Bornedal fu scritturato in America per dirigere un remake praticamente identico all’originale, stavolta con Ewan McGregor come attore protagonista. Un rifacimento ovviamente inutile.
Ci soffermiamo dunque sulla pellicola del 1994 con un giovane Nikolaj Coster-Waldau (il futuro Jaime Lannister!) nel ruolo di Martin e con un bravissimo Kim Bodnia nei panni di Jens (ricordiamo che Bodnia, da lì a poco, finirà alla corte di Nicolas Winding Refn). Le prime battute del film ci riportano a una dimensione prettamente legata al cinema horror: Martin infatti è uno studente disoccupato che ha bisogno di lavorare a qualsiasi costo, per questo motivo egli accetta di fare il guardiano notturno presso un istituto di medicina legale. Le inquietanti stanze dell’obitorio e quei corridoi silenziosi mettono immediatamente a disagio l’inesperto ragazzo, anche se per lui il peggio deve ancora arrivare, considerando che un serial killer sta terrorizzando le prostitute della città. Per una serie di bizzarre coincidenze (colpa del suo amico fuori di testa Jens), Martin si ritrova a essere il sospettato numero uno degli omicidi commessi dal maniaco, una situazione che mette in grave pericolo sia la sua vita che quella della sua bella fidanzata Kalinka.
Questo lungometraggio ha contribuito non poco alla popolarità del cinema danese durante gli anni novanta, anche se poi Bornedal non ha avuto la stessa fortuna di tanti suoi colleghi esplosi su scala internazionale: il talento del regista è comunque indiscutibile, così come la sua originalità nel voler abbracciare diverse sfumature del genere thriller, contaminandole per l’appunto con l’horror (ma anche con il grottesco). Se dobbiamo proprio cercare qualche difetto, possiamo dire che la parte centrale del film è piuttosto statica e poco interessante, ma ciò non deve rappresentare un ostacolo per lo spettatore, soprattutto in vista di un epilogo con i fiocchi, violento e crudele quanto basta per farci restare con gli occhi sgranati davanti allo schermo.
Alla fine ciò che conta non è l’identità del killer (non è poi così difficile da intuire), perché “Il Guardiano Di Notte” ha tante altre frecce al suo arco: un cast di livello, atmosfere piuttosto malsane (capaci di suggerire persino deviazioni erotico-necrofile) e infine un’ultima mezzora che riscatta completamente qualche passaggio a vuoto dello script. Sì, lo ribadiamo, questo film di Ole Bornedal all’epoca fu davvero una piacevole sorpresa.

(Paolo Chemnitz)

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