
di Christopher Smith (Gran Bretagna/Germania, 2004)
“Creep – Il Chirurgo” (questo il titolo completo della versione italiana) è il primo lungometraggio diretto da Christopher Smith, regista britannico nato a Bristol nel 1970. Anche se le sue pellicole migliori sono arrivate poco tempo dopo (in particolare “Severance” e “Triangle”), “Creep” rappresenta un discreto esordio che ancora oggi funziona abbastanza bene per una serata di sano intrattenimento senza grosse pretese.
Questa produzione anglo-tedesca ci catapulta giù tra gli oscuri meandri della metropolitana di Londra, dove una donna di nome Kate è rimasta intrappolata dopo essersi addormentata sulla banchina in attesa dell’ultimo treno: un plot alquanto improbabile che però diventa molto interessante soprattutto nella prima parte, quando la tensione è alle stelle e non sappiamo ancora nulla sulla presunta creatura nascosta tra quelle buie gallerie. Se inizialmente Smith punta tutto sul fattore claustrofobico (sfruttando a dovere i cunicoli e i corridoi deserti della stazione), con la seconda metà del film l’aspetto puramente horror prende il sopravvento, in un compromesso piuttosto furbetto tra sequenze ardite (il sangue non manca affatto) e banali espedienti narrativi studiati appositamente per fare presa sul pubblico più commerciale.
La protagonista del film è Franka Potente, già apprezzata nel 1998 per il celebre “Lola Corre”. Anche in questo caso la sua prova risulta convincente (bisogna andare di corsa pure nei panni di Kate!), al di là del suo personaggio antipatico con il quale è difficile immedesimarsi. Per fortuna “Creep” non si riduce soltanto ai soliti inevitabili dialoghi banali e a qualche scena priva di logica, Christopher Smith lascia infatti che quel sottomondo attraversato dai binari sia il vero motore dell’opera, una location ben fotografata capace di trasmettere un senso del pericolo imminente e improvviso (a tal proposito, l’incipit funziona a meraviglia).
Una domanda però sorge spontanea: questo “Creep” non è troppo simile a “Non Prendete Quel Metrò!” (aka “Death Line”), film di Gary Sherman con protagonista Donald Pleasence? Christopher Smith ha più volte ribadito di non aver mai visto questa pellicola del 1972, mentre al contrario ha affermato di essersi ispirato alle sequenze nella metropolitana del cult “Un Lupo Mannaro Americano A Londra” (1981). Forse bisogna credergli, anche perché l’opera in esame è completamente priva delle riflessioni sociali presenti nel lungometraggio di Sherman (la metropolitana come covo di reietti e cannibali). Questo al di là del medesimo spazio sotterraneo condiviso, in “Creep” utilizzato con una maggiore cura per i dettagli e con uno spirito tutto sommato al passo con i tempi. Un film godibile, niente di più e niente di meno.

(Paolo Chemnitz)
