L’Ultima Ora

di Sébastien Marnier (Francia, 2018) 

Se state cercando un film strano, “L’Ultima Ora” (“L’Heure De La Sortie”) potrebbe fare al caso vostro. Si tratta di un prodotto sui generis perché ci parla di qualcosa di molto attuale, facendolo però in maniera contorta, criptica e inquietante, come se un dramma come tanti all’improvviso prendesse i connotati di un mystery/thriller senza via di scampo. Dunque non deve essere stato facile per il regista/sceneggiatore Sébastien Marnier adattare l’omonimo romanzo di Christophe Dufossé, eppure a conti fatti “L’Ultima Ora” è un lavoro a nostro avviso appassionante e riuscito.
La prima scena ci lascia di stucco, poiché durante una lezione scolastica un professore sale all’improvviso sul davanzale della finestra e si butta di sotto. Quella dove lui insegnava non è una classe come le altre, in quell’aula ci sono infatti solo dodici studenti selezionati appositamente per il loro quoziente intellettivo molto elevato: ne sa qualcosa il supplente (Pierre è interpretato da Laurent Lafitte), chiamato per sostituire il prof suicida. C’è qualcosa di turbolento che agita questi ragazzi, in particolare sei di loro, i quali vengono spesso colti in flagrante da Pierre mentre si dedicano a strani giochi rituali di taglio sadomasochista (pestaggi, prove di sopportazione del dolore e altro ancora, tutto rigorosamente ripreso con i telefonini). Stiamo quindi parlando dell’ennesimo film incentrato sul vuoto delle nuove generazioni? Tutt’altro, perché qui accade esattamente il contrario, come se un’angosciante consapevolezza apocalittica si fosse impossessata di questi giovani studenti.
Quello che avviene ne “L’Ultima Ora” è uno scontro generazionale tra gli adulti e gli adolescenti di oggi che stanno vivendo un presente pieno di incertezze: non a caso anche la location è stata scelta di proposito, poiché ci troviamo in un tranquillo paesino francese immerso nel verde ma affiancato da alcuni minacciosi reattori nucleari di una centrale in funzione. Sébastien Marnier gioca molto sui contrasti, sul confronto impietoso tra l’intelligenza e l’indifferenza, un atroce pessimismo capace di mettere a nudo la superficialità delle istituzioni che al contrario ci dovrebbero guidare verso un futuro migliore.
Quando Pierre si mette (suo malgrado) a visionare dei filmati agghiaccianti (c’è poco da stare allegri tra disastri ecologici, terrorismo e varie sequenze riprese dentro un mattatoio), la pellicola comincia a rispondere alle nostre domande, aprendosi verso un epilogo tanto doloroso quanto inevitabile. Concettualmente parlando, “L’Ultima Ora” è uno dei film più potenti visti di recente: la sua forza è subdola, oscura e politicamente scorretta, perché l’orrore è dietro l’angolo ma solo le menti sensibili e illuminate sono in grado di avvertirlo.

(Paolo Chemnitz)

One thought on “L’Ultima Ora

  1. Bel film davvero…intanto mi sono imbattuto in un remake dell’inarrivabili Caligari di robert wiene ad opera di un tale roger kay, che dire,da evitare come la peste bubbonica. Mi auguro, paolo,che tu possa un giorno recensire l’originale del 1919.

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