
di Chad Freidrichs (Stati Uniti, 2011)
“That’s why they call it the american dream, because you have to be asleep to believe it”. Quanta verità in questa frase di George Carlin, un personaggio che l’America l’aveva capita fin troppo bene. L’articolo di oggi lo apriamo proprio così, facendo anche un bel respiro profondo prima di immergerci dentro uno dei più fallimentari sogni americani di sempre, il progetto urbanistico Pruitt-Igoe. Un incubo a stelle e strisce, a dire il vero.
Chad Freidrichs ricostruisce dettagliatamente le vicende di questo enorme complesso costruito nei primi anni cinquanta a St. Louis (Missouri), oltre trenta edifici che dovevano accogliere una popolazione in grande crescita un tempo stipata in quartieri fatiscenti: l’architetto Minoru Yamasaki non aveva trascurato alcun dettaglio, per tanta gente proveniente anche da altri stati attigui Pruitt-Igoe significava infatti un nuovo inizio (le prime testimonianze raccolte nel documentario ci raccontano di un’atmosfera eccitante e gioiosa per chi in passato era abituato a vivere all’interno di vecchie topaie). Tuttavia trascorrono pochi anni e le cose cominciano a cambiare. Questi palazzi diventano sempre più sporchi e malandati (gli ascensori puzzano di urina e vengono abbandonati al loro destino), cresce la povertà tra gli inquilini ma soprattutto aumenta a dismisura la criminalità, con più di un caso di cronaca nera che finisce sui giornali di tutto il paese. La vita a Pruitt-Igoe diventa dunque insostenibile, tra droga, prostituzione, un’evidente segregazione razziale e uno stato di incuria irreversibile (i fondi per intervenire non ci sono). Giunge così l’inevitabile decisione finale, ovvero quella di abbattere nel giro di poco tempo tutti i vari edifici, facendo quindi tabula rasa di uno dei luoghi più malfamati degli States (questo complesso sparisce verso la metà degli anni settanta).
“The Pruitt-Igoe Myth” è la storia di un drammatico fallimento sociale e urbanistico dell’America moderna, un resoconto che non trascura mai le emozioni, le sensazioni e le paure di chi una volta viveva lì. Oltre alle suggestive immagini di repertorio, Chad Freidrichs raccoglie infatti numerose interviste, mettendo insieme una serie di ricordi condivisi che ci permettono di capire quanto siano ancora aperte certe ferite tra i vecchi inquilini di Pruitt-Igoe.
Se siete appassionati di urbanistica e di inquietanti tematiche a sfondo sociale, questo documentario è veramente ben fatto e coinvolgente: si tratta ovviamente di una delle tante storie di quartieri slum o palazzi-ghetto saliti alla ribalta nel corso dello scorso secolo, alcuni riconvertiti dopo anni di buio (i Ponte City Apartments di Johannesburg), altri invece demoliti senza alcuna pietà (il Treme-Treme di São Paulo in Brasile oppure le Cabrini-Green Homes di Chicago, altro caso eclatante degli Stati Uniti). Il lato oscuro delle metropoli ci affascina sempre, soprattutto quando a raccontarcelo è un documentario come questo.

(Paolo Chemnitz)
