
di Damiano Damiani (Italia, 1972)
Tra il 1924 e il 1927 a Roma sette bambine furono rapite, violentate e (cinque di loro) uccise da un misterioso pedofilo. Con la rabbia dei cittadini ormai impossibile da contenere, il regime fascista si ritrovò costretto a chiudere il caso incolpando un innocente, tale Gino Girolimoni, un ricco fotografo trasformato in capro espiatorio senza uno straccio di prova. Una storia beffarda, assurda e paradossale, purtroppo senza lieto fine, poiché una volta scarcerato, Girolimoni cadde in miseria e per tutti i romani rimase il presunto criminale di cui sopra. Un’etichetta infame che l’uomo portò con sé fino al giorno della sua morte, avvenuta nel novembre del 1961.
Nel 1972 Damiano Damiani mette in scena questo dramma popolare ambientato nella Roma di Benito Mussolini (qui interpretato da un credibile Luciano Catenacci). Sono anni in cui il regime comincia a far tacere con ogni mezzo i suoi antagonisti, dai giornalisti non allineati agli avversari politici: un clima pesante e opprimente, raccontato con estrema lucidità e bravura da un regista tra i migliori del suo tempo. Ma il vero mattatore del film è Nino Manfredi (nei panni di Girolimoni), qui in una delle più brillanti prove di sempre. Il suo personaggio è disinvolto, ironico e dissacrante, anche nei momenti più angoscianti dell’opera, quando il nostro protagonista viene incastrato dal viscido brigadiere Apicella (Guido Leontini).
Nonostante una prima ora di gran lunga migliore rispetto alle fasi post-scarcerazione, “Girolimoni, Il Mostro Di Roma” non perde mai la sua forte carica emozionale, mostrando una giustizia alla deriva in un mare di arrivismo e servilismo nei confronti del potere. Sono infatti poche le persone che cercano di aiutare il povero malcapitato, costretto suo malgrado a rifarsi una vita tentando persino di cambiare identità. A dire il vero Damiano Damiani non rispetta per filo e per segno le vicende reali accadute a Girolimoni, infilando qua e là alcune forzature gratuite a nostro avviso evitabili (le sequenze con il prete tedesco adescatore di bambine vorrebbero agganciarsi al probabile maniaco sospettato di aver compiuto tali misfatti, ma danno solo l’impressione di voler allungare il brodo). Molto più plausibile è invece la presenza del vetturino (Mario Carotenuto) suicida per la vergogna, esattamente come era avvenuto nella realtà.
Nel cast segnaliamo anche Gabriele Lavia (da lì a poco impegnato sia con Dario Argento che con Pupi Avati), qui nel ruolo di un colpevole inventato di sana pianta (Lavia interpreta un giovane ritardato le cui orribili azioni vengono coperte dalla famiglia). La carne al fuoco dunque è tanta ma non è affatto un problema, la pellicola infatti ci incolla allo schermo alternando passaggi più leggeri ad altri profondamente inquietanti (le fasi dell’interrogatorio, solo in apparenza mitigate dall’eleganza di un gentiluomo come Girolimoni). Tuttavia questo film di Damiano Damiani è triste e doloroso, lo specchio di un’istituzione capace di legittimare le sue scelte facendo leva sull’ignoranza del popolo. Riflessioni che scendono giù come un boccone amaro, dietro quel volto indimenticabile di un gigantesco Nino Manfredi.

(Paolo Chemnitz)

Bel film con uno splendido manfredi. Senti paolo,a proposito di Damiani,oggi su YouTube mi sono imbattuto in un suo film del quale non sospettavo l’esistenza:io ho paura col grande erland josephson e lo straordinario gian Maria Volonté, che dire ,capolavoro è poco. Per quanto mi riguarda si tratta,oltre che del vertice di damiani,di uno dei film italiani più grandi degli anni 70. Ritratto livido ,spietato e disperato degli anni di piombo,restituiti con una lucidità che nessuno storico ebbe e che fu solo di certa canzone impegnata,Lolli, Pietrangeli, manfredi,gaber,della mea. Siamo ai livelli del miglior rosi,del miglior Petri,del miglior di Leo. Anzi meglio. Cosa ne pensi? P.s. è scandaloso che di questo gioiello non esista edizione digitale. Grazie a Massimiliano schiavoni di quinlan e alla sua recensione. Se oggi ho potuto vedere questo film e il non meno ispirato l’avvertimento lo devo a lui. Farai una recensione?
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Io Ho Paura è un film eccezionale, visto tanti anni fa non ricordo neppure dove. Purtroppo non esiste in edizione home video e nessuno ne parla mai, conto di rivederlo a breve per recensirlo
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