
di Steve Hoover (Ucraina/Stati Uniti, 2015)
Mariupol’ è un’importante città portuale dell’Ucraina sudorientale, segnata purtroppo dal solito grigiore dei palazzoni di periferia e dall’immancabile fumo delle fabbriche che si innalza sullo sfondo. Qui molti ragazzini orfani vivono alla giornata per le strade, come se un filo diretto legasse questi disperati con i besprizornye della Russia post-rivoluzionaria (un’identica situazione di degrado a cui bisogna aggiungere l’abuso di sostanze stupefacenti). A Mariupol’ però c’è Gennadiy Mokhnenko, un pastore della chiesa che nel giro di pochi anni ha adottato una trentina di questi bambini, un eroe cittadino che cerca di portare sollievo all’interno della comunità andando persino al di là delle sue competenze (“sometimes my child rehab center works like a prison, sometimes it works like an hospital, sometimes we must work like police”).
Il titolo originale del film è “Crocodile Gennadiy”, una citazione per il personaggio di Crocodile Gena (protagonista di un celebre cartone animato di epoca sovietica). Il nostro Gennadiy ha la stessa bontà di quel coccodrillo dal cuore immenso, perché questo individuo sa essere allo stesso tempo un fratello, un amico e un padre per tutti questi giovani sbandati. “Almost Holy” è dunque un documentario duro ma pieno di riscatto e di redenzione, nonostante le difficoltà quotidiane di una società ancora legata a una mentalità sovietica (la pellicola, girata dall’americano Steve Hoover e prodotta negli States, mostra il suo inevitabile approccio filo-occidentale).
Tra i momenti più riusciti dell’opera, c’è da segnalare l’intervento del protagonista a difesa di una donna disabile più volte abusata sessualmente da un vecchio bavoso, perché quando la polizia latita, c’è comunque Gennadiy che prova ad aiutare i più deboli: qualcuno non è d’accordo, ma le azioni dell’uomo si innalzano al di là del bene e del male, anche con il rischio di infrangere la legge.
In appendice segnaliamo la bella colonna sonora curata da Atticus Ross e da suo fratello Leopold, a suggellare una confezione di tutto rispetto nella quale emerge a dovere anche una splendida fotografia. “Almost Holy” è un documentario che lascia il segno, l’ennesimo spaccato di un’amara realtà stavolta addolcita dalle azioni di un carismatico guerriero.

(Paolo Chemnitz)
