Panico A Needle Park

di Jerry Schatzberg (Stati Uniti, 1971)

Per il personaggio di Michael Corleone del celebre “Il Padrino” (1972), Francis Ford Coppola scritturò un semisconosciuto Al Pacino dopo averlo visto all’opera in questo “The Panic In Needle Park”, primo film in cui l’attore americano recita in un ruolo da protagonista. Per lui una prova strabiliante, anche nella versione in italiano nella quale al doppiaggio troviamo un certo Ferruccio Amendola, un professionista che con la sua voce riusciva a farti amare qualsiasi cosa.
Si tratta di un’opera non troppo conosciuta, eppure capace di scioccare le platee dell’epoca (in Italia il film fu vietato ai minori di 18 anni, mentre nel Regno Unito “Panico A Needle Park” fu censurato fino al 1975). Il titolo si riferisce a una zona di New York famosa durante quel periodo per essere un ritrovo di spacciatori ed eroinomani (needle sta per ago, siringa). Jerry Schatzberg aggira del tutto l’approccio romanzato, favorendo al contrario un registro quasi documentaristico molto più aderente alla realtà: Bobby (Al Pacino) vive alla giornata tra piccoli furti e qualche schizzo nelle vene ma soprattutto è un uomo molto più attivo e intraprendente rispetto ai suoi tanti amici tossici del circondario. Helen (Kitty Winn fu premiata a Cannes per la sua interpretazione) è invece una ragazza dolce e silenziosa, la controparte perfetta per Bobby. Quando i due si innamorano, il sostegno reciproco non basta per mascherare una quotidianità sempre più difficile e delicata.
Siamo ancora nel 1971 eppure “Panico A Needle Park” ci sbatte in faccia alcune situazioni a dir poco scomode e fastidiose, come ad esempio la preparazione di una dose fino all’iniezione nelle vene. Ci si arrangia dentro una stanzetta, dove c’è chi si prostituisce e chi cade in crisi di astinenza, un quadretto poco consolante ben supportato dalle facce giuste e da un realismo finalmente privo di patina o di ipocrisia. Un film che trasuda persino tristezza, soprattutto per via del volto sempre scuro e dimesso di Helen, una giovane studentessa divisa tra i sentimenti per Bobby e uno stile di vita che suona come una condanna a morte (l’aspetto melodrammatico è presente ma non è mai invasivo).
Discreta la regia di Jerry Schatzberg, così come il montaggio e una fotografia volutamente tetra, perché in questa New York c’è spazio soltanto per degli ambienti anonimi, spesso squallidi e deprimenti. Al di là dunque di una trama risicata e di qualche lungaggine forse evitabile, “Panico A Needle Park” è un droga movie che merita di essere visionato e ricordato, anche solo per un contesto storico nettamente in anticipo su molti altri titoli che vedremo negli anni successivi. Un film che resta scolpito sulla pelle.

(Paolo Chemnitz)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...