
di Raphaël Delpard (Francia, 1980)
Seguire con passione il cinema underground significa anche imbattersi in alcune pellicole sparite dai radar per molto tempo oppure totalmente inedite qui in Italia: è il caso di “La Notte Della Morte” di Raphaël Delpard, un inquietante horror francese del 1980 oggi reperibile sul suolo nazionale grazie alla neonata label Mafarka Home Video. Al di là dell’ottimo lavoro svolto da parte dell’etichetta per quanto riguarda il recupero dell’opera (rigorosamente restaurata per l’occasione), “La Notte Della Morte” è un film affascinante a prescindere, un prodotto piuttosto macabro e violento capace di rivolgere lo sguardo sia al cinema gotico di vecchia data che ad alcuni lungometraggi italiani di pochi anni precedenti.
La giovane Martine (Isabelle Goguey) riesce a trovare una nuova occupazione presso la Deadlock House, una casa di cura fuori dalla città. I vari pazienti, ognuno con le proprie stranezze, sono governati da una signora decisamente autoritaria (Hélène), mentre l’unica collega della protagonista presto abbandona il lavoro poiché stufa del trattamento ricevuto dai superiori. In realtà c’è qualcosa di molto più losco dietro l’attività della Deadlock House: quando Martine scopre la raccapricciante verità, fuggire per lei non sarà affatto semplice.
“La Notte Della Morte” sfrutta a dovere un soggetto in realtà poco originale, puntando soprattutto sulle atmosfere e su questi strambi personaggi, alcuni dei quali persino grotteschi. Le suggestioni gotiche non mancano (la grossa magione immersa nella campagna), ma l’aggancio principale è con un certo cinema di genere tipicamente nostrano, a cominciare da “Suspiria” (niente streghe stavolta, ma qualcosa di peggio!) fino a lambire quegli stessi rituali già assaporati in passato con “Il Profumo Della Signora In Nero” (1974). Un prodotto dunque morboso e abbastanza spinto nel mostrare gli orrori nascosti dentro quella casa.
Nonostante un ritmo abbastanza compassato (la parte centrale si concede qualche pausa di troppo), “La Notte Della Morte” si chiude in maniera magistrale grazie a un finale convulso e assolutamente beffardo, il degno epilogo di un’opera che non offre alcuna possibilità di speranza (la cornice in cui si muove Martine è perennemente plumbea). Con questo lavoro Raphaël Delpard centra senza problemi l’obiettivo minimo, perché se da un lato “La Notte Della Morte” è senza dubbio un film derivativo, la sua bizzarra personalità lo proietta ben al di sopra delle nostre aspettative: uno sguardo se lo merita decisamente.

(Paolo Chemnitz)
