di Dominik Moll (Francia/Germania, 2019)
Se in apparenza “Only The Animals” (“Seules Les Bêtes”) può sembrare un thriller come tanti, in realtà siamo al cospetto di una pellicola profondamente drammatica, in cui la risoluzione di un caso diventa soltanto lo strumento necessario per conoscere un manipolo di personaggi infelici, tormentati e segnati da una serie di circostanze negative. Dominik Moll (regista nato in Germania nel 1962) gira un’opera dalla sceneggiatura impeccabile, un puzzle dove ogni pezzo finisce al posto giusto, per una prova già ampiamente apprezzata durante la proiezione al Festival di Venezia del 2019.
La storia (l’ispirazione arriva dall’omonimo romanzo di Colin Niel) viene spaccata in diversi capitoli, ognuno dei quali segue la prospettiva di uno dei vari protagonisti, tutti ovviamente legati tra loro da relazioni sentimentali a dir poco controverse: ci troviamo in un’isolata zona montana francese, dove una donna sparisce nel corso di una terribile bufera di neve (Evelyne Ducat è interpretata da Valeria Bruni Tedeschi). Nel corso del film, alcune scene sono ripetute attraverso occhi differenti, in modo tale da chiudere il cerchio rispondendo a tutte le nostre perplessità iniziali, un percorso affascinante e originale che ci permette di scoprire i segreti più inconfessabili di questi individui (tradimenti, amori lesbici, fantasie sessuali e persino sentori necrofili). Quando poi l’azione si sposta dalla Francia alla Costa D’Avorio, “Only The Animals” preme ancora di più sull’acceleratore, toccando le corde più disperate di questi esseri frustrati che sognano una vita diversa da quella quotidiana.
Dominik Moll non è affatto interessato all’indagine della gendarmeria, perché il mistero di Evelyne lo risolvono i personaggi stessi, sequenza dopo sequenza: lo script è talmente curato da risultare persino eccessivo nella sua perfezione, soprattutto per via di alcune coincidenze (la scena conclusiva) fin troppo forzate per risultare veritiere. Un difetto comunque ampiamente perdonabile, perché “Only The Animals” è un dramma prima che un thriller, un affondo deciso nella solitudine e nei pericoli che può offrire un rapporto fittizio con una persona conosciuta tramite internet. Con le bestie (i cani, le mucche) che sono lì e vorrebbero parlare, perché la natura negativa degli uomini esce davvero allo scoperto tra queste immagini, tramutandosi in atroce impulsività e in una sensazione di perenne abbandono.
L’altro aspetto particolare della pellicola è legato alle due location, molto differenti tra loro: il silenzio di questa valle transalpina viene messo volutamente in contrasto con il caos cittadino di Abidjan, snodo extraeuropeo capace di segnare il destino dei tanti protagonisti: anche questa riflessione è piuttosto inquietante, poiché ci permette di comprendere quanto la globalizzazione abbia cambiato le nostre vite (in questo caso in maniera totalmente deformante). Se quindi siete alla ricerca di un’opera cinica, disillusa e spietata, “Only The Animals” è il film giusto, un compendio destabilizzante di (falsi) sentimenti comprati con la morte e il denaro.
(Paolo Chemnitz)