Glen Or Glenda

glen or glendadi Edward D. Wood Jr (Stati Uniti, 1953)

Edward D. Wood Jr (1924-1978), per tutti Ed Wood, non ha bisogno di presentazioni. Per la critica più snob è stato definito il peggior regista della storia, un appellativo che lascia il tempo che trova, considerando che questi signori è impossibile che abbiano visto tutta l’immondizia cinematografica uscita nel corso dei decenni passati. Di sicuro Ed Wood era uno che ci metteva l’anima, il cuore e la passione, purtroppo senza rendersi conto che con dei budget ridotti al minimo era quasi impossibile raggiungere gli obiettivi prefissati. Per saperne di più su questo sgangherato regista americano, vi rimando comunque ad alcuni saggi a lui dedicati ma soprattutto alla pellicola biografica “Ed Wood” (1994) di Tim Burton, un suo celebre ammiratore.
Solitamente un regista alle prime armi può incappare in un prodotto ancora acerbo o privo della giusta personalità, quello che però vediamo in “Glen Or Glenda” è soltanto il preambolo dell’intera carriera del regista, un tremendo antipasto destinato poi a ripetersi anche con le opere successive. Il materiale a disposizione è prossimo allo zero, tanto vale farlo fruttare al meglio spremendo ogni risorsa come se non ci fosse un domani: ecco perché nel film c’è Bela Lugosi (in pieno declino) nel ruolo di uno strambo scienziato garante del destino, un attore buttato a caso nella mischia con il quale Ed Wood lavorerà anche in futuro. Si va ancora più al risparmio con gli altri personaggi, ovvero lo stesso regista che interpreta il protagonista e sua moglie Dolores Fuller nei panni di Barbara. Con questo trio allo sbando e senza un valido script alle spalle, la deriva è dietro l’angolo.
Dopo questa lunga disquisizione, non è difficile pensare a “Glen Or Glenda” come a un filmetto di merda senza capo né coda. In parte è vero, ma bisogna riconoscere a Ed Wood di essere stato davvero lungimirante per quanto riguarda gli aspetti concettuali della pellicola: pochi mesi prima infatti, la notizia shock di un transessuale che aveva appena cambiato sesso aveva occupato tutte le prime pagine dei giornali, uno spunto che si poteva ampliare sotto forma di docudrama, includendo al suo interno anche le esperienze personali del regista (Ed Wood praticava il travestitismo, ovvero quell’usanza maschile di indossare abiti solitamente utilizzati dalle donne o viceversa). “Glen Or Glenda” voleva dimostrare al pubblico americano che non c’è alcuna relazione tra questa pratica e quella relativa al transessualismo, solo che il risultato del film riesce ancora di più a confondere le idee, poiché al termine delle riprese furono aggiunte altre scene (persino di taglio sadomaso!) per un polpettone finale completamente indigesto (sulla regia inutile aprire una parentesi, ma c’è un contorno surreale/visionario davvero allucinante sul quale ci sarebbe molto da dire).
Nonostante questo caos totalmente fuori controllo, di recente “Glen Or Glenda” ha trovato la sua oasi di dignità: al di là infatti degli effetti primordiali o degli sproloqui a cazzo di Bela Lugosi, Ed Wood ha letteralmente creato un genere a se stante, un cinema fuori dal tempo che merita un minimo di considerazione proprio per le sue peculiarità antiestetiche. Il brutto qui non diventa bello, ma suscita curiosità e attenzione, perché ricordiamo sempre che nel 1953 bisognava avere due palle così per parlare di crossdressing e di ambiguità sessuale a quei bigotti timorati di Dio che vivevano negli States.

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(Paolo Chemnitz)

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