di Stephen Chiodo (Stati Uniti, 1988)
Charles, Stephen ed Edward Chiodo sono tre fratelli originari del Bronx artefici di un solo lungometraggio, “Killer Klowns From Outer Space”, una meteora al tempo bistrattata ma con il trascorrere degli anni diventata un vero e proprio oggetto di culto. Stephen dirige, mentre il trio scrive, cura gli effetti speciali e produce, investendo all’incirca due milioni di dollari: in poche parole, l’occasione della vita, uno sforzo poi finalmente rivalutato da folte schiere di cinefili (in tempi recenti si è addirittura parlato di un sequel diretto dallo stesso Stephen Chiodo, tuttavia dopo alcuni anni dall’annuncio il progetto non si è ancora materializzato).
Fin da subito veniamo catapultati nelle magnifiche atmosfere di taglio 80s da tipica provincia americana, in un posticino tranquillo dove tutti si conoscono. Mike e Debbie (una coppia di fidanzati appartatasi nel bosco) decidono di curiosare nella vegetazione dopo aver visto un lampo nel cielo scendere giù proprio a due passi da loro: quello che trovano è una grande astronave a forma di tendone da circo, un mezzo inquietante poiché all’interno di esso sono conservati dei cadaveri umani infilati dentro dei bozzoli di zucchero filato! Tornati di corsa nella cittadina, Mike e Debbie non vengono creduti da nessuno (“there’s clowns going around killing people. We’re all in danger”), soprattutto dagli stolti poliziotti della centrale. Questi pagliacci alieni hanno però già invaso strade e negozi e si preparano a sterminare tutta la popolazione.
Non vi soffermate sulla pochezza dei personaggi o sulla banalità dei dialoghi, quello di Stephen Chiodo è un film davvero unico nelle sue trovate: al di là dei clown infatti (comunque piuttosto terrificanti in quanto weird oltremisura), sono soprattutto le loro azioni a lasciarci estasiati in un connubio perfetto tra horror e commedia. Pensiamo alla pistola che spara popcorn, alla scena delle ombre cinesi (geniale) o al poliziotto morto trasformato in un pupazzo parlante, tre siparietti alquanto bizzarri dove il black humour alimenta una carica grottesca già di suo abbondantemente fuori di testa.
“Killer Klowns From Outer Space” può anche essere definito come un fumettone colorato, merito delle scenografie sempre sgargianti (il meglio arriva nella parte conclusiva) e di una colonna sonora un po’ cazzona ma assolutamente in linea con quanto proposto: questo film è dunque un vero classico degli 80s, un prodotto capace di omaggiare con grande fantasia la fantascienza degli anni cinquanta (“Il Pianeta Proibito”, “Invasione Degli Ultracorpi”, persino “The Blob”) oltre ai tanti horror usciti successivamente (da “Il Tunnel Dell’Orrore” a “Bad Taste”). Se ogni b-movie fosse di questo livello, bisognerebbe riscrivere la storia del cinema.
(Paolo Chemnitz)