The Lodge

the lodgedi Severin Fiala e Veronika Franz (Canada/Gran Bretagna, 2019)

Sono trascorsi più di cinque anni dal precedente (e notevole) “Goodnight Mommy” (2014), pellicola austriaca giustamente sostenuta da molte recensioni positive: un trampolino di lancio che ha permesso a Veronika Franz e Severin Fiala di fare un salto non indifferente, in quanto “The Lodge” è una produzione targata Hammer girata in lingua inglese. Un’occasione per confrontarsi con le tante uscite thriller/horror di respiro internazionale e allo stesso tempo un tentativo di raggiungere un pubblico più ampio, pur mantenendo inalterato quell’approccio estetico tipicamente mitteleuropeo, dal quale emerge una chirurgica messa in scena figlia del background dei due registi (Veronika Franz è sposata con il maestro Ulrich Seidl, mentre il giovane Severin Fiala nasce come documentarista).
Le riprese di “The Lodge” sono state effettuate tra la neve del Québec, una location vincente in cui domina un senso di gelo e isolamento: qui Grace (Riley Keough) si ritrova insieme al suo nuovo compagno Richard e ai due figli di lui Aidan e Mia, un modo per conoscersi meglio che non scaccia però i fantasmi del passato che perseguitano la donna. La situazione precipita quando l’uomo deve tornare in città per improrogabili impegni di lavoro, lasciando la casa in mano a Grace, una situazione che ripropone quel senso di solitudine e abbandono già visto in “Goodnight Mommy”. Solo che questa volta i ribaltamenti di fronte non riescono a trovare la loro giusta coerenza, deludendo in parte le aspettative dopo una lunga attesa preparatoria in cui accade ben poco di avvincente.
Quello dei due registi austriaci è un tentativo di indirizzare il thriller/horror d’autore verso quel pubblico che già aveva applaudito un’opera come “Hereditary” (2018), anch’esso un prodotto più complesso e stratificato al quale “The Lodge” sembra guardare in qualche frangente. Ma al di là di un soggetto valido e di una regia impeccabile (le inquadrature sono sempre in grande stile), non bastano le atmosfere plumbee e claustrofobiche per far risalire le quotazioni del film, la cui sostanza narrativa è fin troppo flebile anche quando la tensione comincia (timidamente) a salire.
Curiosa la doppia citazione per “La Cosa” (1982) e “Jack Frost” (1998), ovvero due film che Grace, Aidan e Mia guardano in televisione (tanto per rimanere avvolti nel clima meteorologico invernale). Tirando le somme, sembra quasi di stare all’interno di un piccolo Overlook Hotel studiato per l’occasione, un luogo nel quale si manifesta qualcosa di realmente oscuro per la nostra protagonista. Manca però quello scatto decisivo che avrebbe trasformato “The Lodge” in un lavoro solido e credibile, un allungo qui tentato in maniera poco convincente proprio in dirittura d’arrivo. “Goodnight Mommy” ci era piaciuto molto di più, forse perché alcuni registi nascono esclusivamente per giocare in casa. Al prossimo giro sarà meglio ritornare in Austria.

2,5

(Paolo Chemnitz)

the lodge1

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2 thoughts on “The Lodge

  1. Personalmente ammetto di aver preferito più The Lodge che Goodnight Mommy. Il GM è stato un ottima pellicola ma The Lodge ho notato una maturità migliore e delle idee messe in scena in maniera migliore. E inoltre qui ci ritroviamo davanti alla coppia di bambini più crudele e malvaggia che io abbia mai visto (seriamete Damien Thorn in confronto è un angelo).

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