Why Don’t You Just Die!

why don't you just diedi Kirill Sokolov (Russia, 2018)

Solitamente tutto il cinema di derivazione post-sovietica che piace a noi è molto lontano da una pellicola come “Why Don’t You Just Die!” (“Papa, Sdokhni”). Nessun pregiudizio però, in Russia non si vive solo di fantascienza filosofica o di drammoni sociali, perché c’è anche chi (come l’esordiente Kirill Sokolov) ha deciso di attaccare l’istituzione per eccellenza (la famiglia) attraverso la commedia nera più folle possibile. Un concentrato di splatter, violenza, soprusi e tragiche rivelazioni, per un film quasi completamente ambientato all’interno di un appartamento.
Matvey è stato costretto dalla fidanzata a presentarsi a casa del padre, la ragazza infatti spera che il giovane possa uccidere quel genitore che l’aveva molestata e maltrattata in tenera età. Il piano, non è difficile intuirlo, prende immediatamente una direzione sbagliata, anche perché quel signore dall’aria superba si dimostra molto più infame di quanto si possa immaginare, al contrario dell’impaurito e timido Matvey. Soltanto con la seconda parte del film avvertiamo un necessario quanto interessante cambio di registro, capace di rallentare il ritmo esasperato dei primi minuti in favore di nuovi personaggi e di nuove situazioni tutte comunque al limite del paradosso.
“Why Don’t You Just Die!” è un’opera che tramortisce, un frullato di influenze lanciate come un dado impazzito dentro queste stanze sature di colori (il rosso e il verde dominano incontrastati). La telecamera fa letteralmente i salti mortali insieme ai protagonisti, tra zoom, ralenti e vorticose inquadrature degne di un cartoon di ultima generazione, mentre il sangue inizia a sgorgare copioso anche grazie a qualche trovata piuttosto geniale (l’utilizzo della computer grafica funziona discretamente). Se Quentin Tarantino potesse vedere un circo di tali proporzioni, di sicuro rimarrebbe estasiato, dopotutto questa pellicola di Kirill Sokolov è una scheggia impazzita che non sbanda neppure quando la corda viene tirata più del dovuto (alcune scene sfociano nel grottesco e nel nonsense, inclusa quella della vasca da bagno con tanto di colonna sonora pseudo-morriconiana!)
Il personaggio di Andrey (il padre) si rivela l’unico e assoluto mattatore di questi novanta abbondanti minuti di visione, un individuo cinico e spregevole che rappresenta due volte le istituzioni (come capofamiglia e come poliziotto), un affondo non indifferente che il regista non esita a sbatterci in faccia senza alcun freno: ecco perché “Why Don’t You Just Die!” è un prodotto misogino e politicamente scorretto pur nel suo approccio parodistico, un film capace di far collimare il delirio generale con una potente riflessione sulla realtà russa contemporanea. Pure le altre figure che si avvicendano sullo schermo risultano comunque interessanti, soprattutto quella della moglie sottomessa che vorrebbe ma non può (e si becca calci in culo dal marito).
Anche se quella di Sokolov è una regia che può piacere o non piacere, nel suo linguaggio cinematografico sono presenti molte prerogative per puntare alla conquista di un pubblico occidentale di ampio respiro. Qui la commedia horror incontra il dramma familiare, con tutte le esagerazioni del caso ma con una brillantezza di intenti davvero invidiabile.

3,5

(Paolo Chemnitz)

why don't you just

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