Il Buio Si Avvicina

il buio s adi Kathryn Bigelow (Stati Uniti, 1987)

Abbiamo scelto la bellissima locandina italiana per presentarvi “Il Buio Si Avvicina” (“Near Dark”), un film del 1987 capace di smarcarsi dal classico cinema sui vampiri di taglio tipicamente gotico. Ancora oggi questa pellicola resta tra le migliori mai realizzate da Kathryn Bigelow, non tanto per la storia in sé, quanto per le incredibili suggestioni notturne di cui essa è permeata. C’è anche da dire che se questo lungometraggio non è soltanto un horror, il merito è anche del co-sceneggiatore Eric Red, già all’opera un anno prima per lo script di “The Hitcher”, anch’esso un road movie ambientato in una landa desolata.
Caleb (Adrian Pasdar), un ragazzotto americano di campagna, si imbatte di notte in una giovane molto affascinante, Mae (Jenny Wright). I due trascorrono del tempo insieme ma con le prime luci dell’alba, la ragazza comincia a comportarsi in modo strano: presto scopriamo la vera identità di Mae, in realtà una vampira che sta viaggiando in camper in compagnia di un gruppo di simili (tutti a caccia di prede umane a cui succhiare il sangue). Con lei troviamo Jesse, Diamondback, il piccolo Homer e soprattutto Severen (Bill Paxton), un tipo davvero sadico e aggressivo. Per Caleb non c’è scelta, poiché una volta rapito e contagiato da questi vampiri è costretto anch’egli a vivere seguendo le loro regole. Tuttavia il rapporto sentimentale tra il protagonista e la bella Mae si rivela decisivo per le sorti di questi oscuri personaggi.
“Il Buio Si Avvicina” ha le stesse atmosfere di un western crepuscolare, non a caso è un film che trae la sua forza dagli sconfinati e desertici paesaggi dell’Arizona, la location principale in cui è stata girata l’opera. Questi individui si aggirano tra strade sperdute, motel e loschi bar, lasciando ovunque una sinistra scia di sangue (la Bigelow cede volentieri allo splatter e non possiamo che esserne felici). L’idea del vampiro nomade o del diverso rifiutato dalla società diventa perciò il leitmotiv di un lungometraggio che taglia definitivamente i ponti col passato, aprendosi persino al melodramma (un romanticismo comunque mai banale o patetico).
La regista americana traccia un percorso che unisce il cinema di Sam Peckinpah con quello di John Carpenter, rileggendo il road movie attraverso uno spirito che coniuga la violenza dei protagonisti alla vulnerabilità degli stessi, mentre una costante cappa notturna aumenta in maniera esponenziale la tensione emotiva di chi osserva. I consueti ottimi tappeti elettronici dei Tangerine Dream fanno il resto, consegnandoci un film dal fascino incredibile, lento ma dannatamente avvolgente fino all’ultimo fotogramma: “Il Buio Si Avvicina” è dunque una storia di emarginazione e di solitudine che merita ancora oggi tanta considerazione, anche perché poi sul grande schermo di vampiri dannati e innamorati ne abbiamo visti molti altri (e non sempre all’altezza della situazione).

4

(Paolo Chemnitz)

il buio si avv

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