Baixio Das Bestas

baixiodasbestas,jpgdi Cláudio Assis (Brasile, 2006)

Una delle nostre missioni è far riemergere dalle tenebre quei film meritevoli che purtroppo conoscono in pochi. Oggi quindi ci spostiamo in Brasile per parlarvi di una delle opere più dure e interessanti tra quelle realizzate da Cláudio Assis, regista classe 1959 originario dello stato del Pernambuco. Il titolo di questo “Baixio Das Bestas” (o se volete, “Bog Of Beasts”) si riferisce a un bassofondo popolato da esseri umani ridotti come animali e mossi soltanto dagli istinti sessuali o di sopravvivenza, un luogo lontano da qualsiasi forma di civiltà e di morale: è il Brasile rurale già raccontato in molte altre pellicole di confine, un posto nel quale la differenza tra uomo e bestia è prossima allo zero.
Auxiliadora è una giovane di sedici anni che vive con un nonno despota in un piccolo villaggio del Pernambuco, dove l’unica risorsa è la coltivazione della canna da zucchero. Il vecchio, per guadagnare qualche soldo, la sera fa spogliare la ragazzina davanti a un gruppo di persone, umiliandola pubblicamente. Quando un tale Cicero mette gli occhi su di lei in maniera ossessiva, si arriva a un punto di non ritorno. La storia però non verte soltanto su questi eventi, poiché il regista allarga giustamente l’orizzonte a tutta la comunità, mostrandoci delle sequenze allucinanti in cui di notte, degli uomini ubriachi, si chiudono in un casolare con alcune prostitute abbandonandosi a orge e a violenze sia fisiche che psicologiche nei confronti di queste donne. Un panorama allucinante intriso di orrore e di misoginia, studiato attraverso una lente per nulla distorta o esagerata.
Quello di Cláudio Assis è un cinema di denuncia dal retrogusto antropologico, un percorso che gira attorno agli individui senza mai dimenticare le loro tradizioni, i loro rituali e la loro quotidianità. Ma una regia ingegnosa e dinamica ci permette di oltrepassare questo aspetto prettamente terreno del film, mettendo in luce l’indiscutibile vena autoriale di Assis, bravo nelle carrellate aeree e in una serie di riprese capaci di esaltare al meglio le azioni dei vari protagonisti. Per questo motivo “Baixio Das Bestas” è bel lontano da quelle tentazioni documentaristiche che lo avrebbero reso certamente meno accattivante.
Al termine della visione restano impresse più le singole scene che la narrazione stessa della pellicola: le immagini dei terribili abusi sessuali rimangono infatti scolpite negli occhi più di ogni altra cosa, come quella immortalata tramite le ombre, uno dei momenti più alti dell’intero lavoro. Quello di Cláudio Assis è dunque un film breve, intenso ed esplosivo, grezzo nei contenuti e crudele nella sua tragica verità, una piccola perla per chi apprezza il cinema estremo nella sua accezione più drammatica.

4

(Paolo Chemnitz)

baixiodas

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