Sbatti il mostro in copertina. Quando il Cinema diventa artwork

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Il rapporto tra cinema e musica rappresenta una delle tante sfaccettature di un approccio interdisciplinare che bisogna liberare fino in fondo, per fare in modo che ogni aspetto artistico a noi caro non finisca confinato dentro un limitante recinto monodimensionale. Questo articolo nasce, dunque, dalla voglia di spaziare al di là della solita recensione giornaliera, per abbracciare il mondo delle sette note che ovviamente dal cinema ha attinto a piene mani.
Ecco a voi una lista di diciassette copertine che hanno tratto ispirazione dal cinema di confine (e non), fotogrammi veri e propri oppure immagini prese in prestito da una locandina e poi trasformate in artwork. In rigoroso ordine cronologico anno dopo anno. Buona lettura!

01) NICO – Desertshore (1970)

La complessa personalità della sacerdotessa delle tenebre meriterebbe un capitolo a parte. Oggi però parliamo della copertina del suo capolavoro “Desertshore”, un’immagine che mostra un fotogramma del film sperimentale “La Cicatrice Intérieure” (1972), diretto dal regista Philippe Garrel (compagno di Nico per molti anni). Un prodotto mistico e surreale, come del resto tutta la musica di questa magnifica nonché compianta artista tedesca.
nico_desertshore

02) BAUHAUS – Bela Lugosi’s Dead (1979)

Curiosamente, sulla copertina di questo leggendario singolo (un brano celebre per l’omaggio esplicito all’indimenticato Bela Lugosi), non compare alcun film interpretato dall’attore ungherese. La cover infatti riprende un fotogramma dal muto “The Sorrows Of Satan” (1926) diretto da D.W. Griffith, mentre sul retro del 12” è possibile ammirare un frame da “Il Gabinetto Del Dottor Caligari” (1920) di Robert Wiene. Un must per gli amanti del post-punk.
bauhasu l'angoscia di satana

03) NEGATIVE APPROACH – Negative Approach (1982)

Originari di Detroit, i Negative Approach furono tra le prime formazioni hardcore-punk attive nel midwest. Questo raro 7” uscito nel 1982 ha riscosso molto successo anche grazie alla sua copertina: il fotogramma prescelto ritrae Linda Blair in piena possessione diabolica nel classico “L’Esorcista” (1973). Da quel momento, l’iconografia stessa del gruppo si è legata a doppio filo con l’intramontabile pellicola diretta da William Friedkin.
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04) THE SMITHS – The Smiths (1984)

Non è semplice intuire quale personaggio sia immortalato sulla cover del primo album degli Smiths, eppure tantissimi fan di questa celebre indie-rock band inglese sanno che si tratta di Joe Dallesandro, attore e modello statunitense (di chiare origini italiane) scoperto da Andy Warhol. Il fotogramma è tratto da “Flesh” (1968) di Paul Morrissey, un dramma sperimentale in cui lo statuario Joe si prostituisce per mantenere la moglie bisessuale.
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05) DEVIL DOLL – The Girl Who Was… Death (1989)

Attivi dal 1987 al 1997 tra Lubiana e Venezia, i Devil Doll sono sempre stati avvolti nel mistero. La loro proposta (a metà strada tra rock sinfonico, gothic e prog) è connessa a un immaginario cinematografico fortemente legato ai vecchi classici dell’horror: se il loro nome cita infatti “La Bambola Del Diavolo” (1934) di Tod Browning, la cover del primo album omaggia invece un’altra celebre pellicola dei 30s, “Bride Of Frankenstein” (1935) di James Whale.
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06) GODFLESH – Streetcleaner (1989)

È il 1988 quando Justin Broadrick, già attivo nei Napalm Death, fonda i Godflesh, una delle primissime realtà capaci di coniugare metal estremo e musica industrial. La copertina del debut “Streetcleaner” mostra un’istantanea pescata dal cult “Altered States” (da noi “Stati Di Allucinazione”), un magnifico lungometraggio del 1980 diretto da Ken Russell. Il talento visionario del regista britannico al servizio di un album a dir poco alienante.
godflesh

07) CORONER – Mental Vortex (1991)

All’interno della nostra lista, non poteva mancare il volto disturbato di Norman Bates, interpretato da un grande Anthony Perkins nel capolavoro “Psycho” (1960) di Alfred Hitchcock. Nel 1991, sono stati gli svizzeri Coroner a prendere in prestito (con un viraggio violaceo) un’immagine dal film: “Mental Vortex” è una pietra miliare del thrash metal più tecnico e cerebrale, una spirale di follia suggerita alla perfezione sia dal titolo del disco che dal fotogramma prescelto.
coroner

08) DECEASED – Luck Of The Corpse (1991)

Pochi mesi dopo, arriva una citazione per il grande Mario Bava, qui con il classico “I Tre Volti Della Paura” (1963). Sul primo album di questa death-thrash band proveniente dalla Virginia, ecco comparire un’immagine estrapolata dal terrificante terzo episodio del film, intitolato “La Goccia D’Acqua”. Un sincero tributo al nostro cinema horror, da sempre glorificato da tantissime band d’oltreoceano, soprattutto in ambito death metal.
deceased i tre volti della paura

09) MORTICIAN – Mortal Massacre (1992)

Quando nel 1992 la carriera dei Mortician è ancora agli albori, esce questo 7” contenente tre brani a dir poco claustrofobici. Sulla cover del disco troviamo in primo piano il volto dell’attore Angus Scrimm (poi scomparso nel 2016), diventato famoso nel ruolo di Tall Man nel celebre “Phantasm” (1979) di Don Coscarelli. L’immagine è stata estrapolata proprio da questa pellicola, una delle tante citate negli anni da questi brutali macellai sonori.
Mortician-Phantasm

10) :WUMPSCUT: – Bunkertor 7 (1995)

Dietro il marchio :Wumpscut: si nasconde il progetto electro-industrial del bavarese Rudy Ratzinger. “Bunkertor 7” è uno dei suoi migliori album e fin dalla copertina è facile intuire la fonte di riferimento: parliamo del corto “Le Bunker De La Dernière Rafale” (1981) diretto dalla coppia Marc Caro e Jean-Pierre Jeunet, uno short angosciante in cui si respira un’opprimente cappa apocalittica (tra sirene di guerra, rumori meccanici e maschere antigas).
wumpscut le bunker

11) BLOOD FARMERS – Blood Farmers (1995)

Di chi sarà mai quel faccione da psicopatico sulla copertina dell’omonimo debut dei Blood Farmers? Semplice, parliamo dell’attore Roberts Blossom, qui alter ego del serial killer Ed Gein e dunque folle protagonista del cult horror “Deranged” (1974). Per questa doom metal band proveniente da New York l’amore per il cinema horror è alla base di tutto, il nome del gruppo deriva infatti dal b-movieInvasion Of The Blood Farmers” (1972).
blood farmers deranged

12) KATATONIA – Sounds Of Decay (1997)

Gli svedesi Katatonia non hanno certo bisogno di presentazioni, anche se il vecchio e acido EP “Sounds Of Decay” forse se lo ricordano in pochi (ritroviamo alla voce Mikael Åkerfeldt degli Opeth, prima della svolta gothic metal presente nel lavoro successivo). La copertina del disco parla da sola, si tratta infatti di un celebre frame preso in prestito dall’allucinante “Begotten” (1990), un’opera tra le più estreme e sperimentali mai viste sullo schermo.
katatonia begotten

13) MAYHEM – Chimera (2004)

In questa rassegna c’è anche spazio per gli amanti del black metal, in quanto stiamo parlando non di una band qualsiasi, ma dei norvegesi Mayhem. “Chimera” non è certo il loro capolavoro, ma si tratta comunque di un disco ferale e glaciale grazie anche al contributo di Maniac dietro al microfono. Sulla cover campeggia un fotogramma del cult “Häxan – La Stregoneria Attraverso I Secoli” (1922) di Benjamin Christensen. Molto inquietante.
mayhem haxan

14) ELECTRIC WIZARD – Witchcult Today (2007)

Questi inglesi amano i Black Sabbath, la cannabis e il cinema horror, non ci sono dubbi. “Witchcult Today”, il loro sesto album, è un ennesimo macigno di doom psichedelico che omaggia come sempre la Hammer Film Prod e le tante pellicole exploitation degli anni sessanta e settanta. La figura diabolica sulla copertina ricalca fedelmente l’immagine presente sulla locandina di “The Devil Rides Out”, un horror occulto del 1968 con Christopher Lee.
el wiz the devil rides out

15) GHOST – Opvs Eponymovs (2010)

Se le atmosfere vintage dei Ghost hanno ormai conquistato il grande pubblico (metallaro e non), anche gli appassionati di horror non possono lamentarsi, poiché nella band di Tobias Forge i riferimenti a un determinato tipo di cinema non mancano mai. La copertina di questo esordio è un tributo alla miniserie “Le Notti Di Salem” (1979) diretta da Tobe Hooper. Nel nostro caso però, Papa Emeritus sostituisce il vampiro presente sulla locandina originale.
ghost salem's lot

16) SALEM’S POT – …Lurar Ut Dig På Prärien (2014)

Proseguiamo questa curiosa carrellata con un gruppo psychstoner svedese, i Salem’s Pot, dei tizi davvero fissati con l’immaginario dei 70s. L’artwork di questo lavoro ci catapulta con veemenza agli albori di quel decennio, mostrandoci in tutta la sua bellezza la star Soledad Miranda, attrice feticcio di Jess Franco morta giovanissima a causa di un incidente stradale. La copertina dell’album rimanda direttamente al cult movie Vampyros Lesbos” (1971).
salem's pot vampyros lesbos

17) ULVER – Flowers Of Evil (2020)

Di recente, anche gli eclettici Ulver hanno pagato il loro tributo al cinema. Non con un’opera qualunque, ma con il capolavoro “La Passione Di Giovanna D’Arco” (1928) di Carl Theodor Dreyer. L’immagine prescelta per la copertina rappresenta uno dei momenti più intensi e drammatici del film: all’attrice Renée Falconetti (indiscussa protagonista della pellicola) vengono drasticamente tagliati i capelli. Una scena indimenticabile.
ulver

Articolo a cura di Paolo Chemnitz

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