Krampus

krampusdi Michael Dougherty (Stati Uniti, 2015)

Ricordo ancora quando nel 2015 fu annunciata l’uscita nelle sale di “Krampus”, una commedia horror natalizia che avrebbe potuto allietare il pubblico italiano durante il mese di dicembre. Il film però scomparve improvvisamente dai monitor senza neppure una nuova data di distribuzione, per poi essere venduto straight to video nella primavera dell’anno successivo (intelligente l’idea di aspettare Pasqua, come se la colomba avesse lo stesso sapore del panettone!). In realtà “Krampus” è una pellicola piuttosto scomoda e politicamente scorretta, forse proprio per questo motivo qualcuno ha pensato bene di non mostrarla agli eventuali spettatori occasionali presenti nelle sale. Un mistero comunque mai svelato.
L’opera segue le vicende di una famiglia (disfunzionale) che si riunisce per trascorrere le feste assieme: una dozzina di persone che hanno davvero poco in comune da spartire, una critica non troppo velata all’ipocrisia perbenista che spesso emerge in queste occasioni. Sotto questo punto di vista il regista Michael Dougherty parte a vele spiegate, prima con la gente che scatena il caos per comprare i regali e poi con questa riunione familiare in cui diventa inevitabile lo scontro tra democratici e repubblicani o tra la zia che detesta i bambini e chi invece crede ancora a Babbo Natale. I dialoghi sono pimpanti, divertenti e irriverenti, venti minuti molto simpatici che presto però lasciano spazio al lato fantastico degli eventi, quello in cui compare (in seguito a una terribile bufera di neve) la figura del Krampus, con un’immagine adeguatamente americanizzata per l’occasione.
DifficultHalfIcefish-smallNon aspettatevi dunque un film rispettoso della tradizione alpina (Tirolo e zone limitrofe), questi demoni dalle sembianze mostruose sono infatti ben distanti dall’esemplare che il regista ci fa vedere nella parte conclusiva dell’opera: qui non ci sono agganci di alcun tipo con le usanze pre-cristiane o con l’assimilazione successiva legata alla festa di San Nicola, la deriva folkloristica è perciò solo un pretesto per mettere in scena una favola nera di tutt’altro tenore. Nonostante questa tendenza volta a snaturare l’efficacia iconografica del Krampus, il lavoro comunque intrattiene a dovere grazie alle belle atmosfere natalizie capaci persino di virare sul fiabesco (notevoli le sequenze nelle quali i biscottini e i giocattoli si animano cercando di uccidere i protagonisti nella casa).
Tra citazioni più o meno esplicite (una in particolare chiama in causa il cult “Gremlins”) e qualche esilarante siparietto (“amore, mi hanno appena fatto il culo quattro biscotti di Natale!”), la pellicola scivola via che è un piacere fino all’inesorabile epilogo: non avevamo tuttavia dubbi sulle capacità di Michael Dougherty (già apprezzato in “La Vendetta Di Halloween”), un regista figlioccio dei vari Joe Dante e Tim Burton che ha tutte le carte in regola per fare ancora di meglio. “Krampus” è un film di Natale bastardo e cattivello, consigliato per una serata all’insegna del puro svago.

3,5

(Paolo Chemnitz)

kram

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