Ready Or Not

ready or notdi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett (Canada/Stati Uniti, 2019)

“Ready Or Not” è sbarcato in Italia con il solito titolo del cazzo (“Finché Morte Non Ci Separi”), quindi manterremo la denominazione originale che è molto più idonea considerando l’essenza e lo svolgimento del film. Dopotutto questa formula romantica non ha senso di esistere all’interno di una pellicola dove invece, pronti o meno, bisogna salvare la pelle. Stiamo parlando di una commedia horror che in fin dei conti tanto commedia non è, anche perché l’aspetto ludico inserito in un contesto da survival movie può sembrare frivolo ma in realtà è in grado di scatenare una discreta tensione capace di coinvolgerci pienamente nelle vicende della protagonista.
La carismatica attrice australiana Samara Weaving interpreta Grace, una bella biondina fresca di matrimonio che entra così a far parte della ricca famiglia Le Domas, un gruppo di eccentrici personaggi celebri per aver costruito un vero impero economico attraverso i giochi di ruolo. Subito dopo la cerimonia di nozze, Grace è costretta a rispettare una vecchia tradizione familiare, la quale consiste nel pescare una carta da un’antica scatoletta per onorare un importante rito di iniziazione. In verità si tratta di uno svago alquanto macabro, perché da quel mazzo sbuca fuori hide and seek (il nascondino) che significa finire nel peggiore dei guai: Grace si ritrova infatti a fuggire tra le stanze labirintiche di quella villa lussuosa, mentre tutti i membri dei Le Domas le danno la caccia per ucciderla prima che sopraggiunga l’alba.
La coppia di registi composta da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett sembra conoscere a memoria le regole del survival, una prova di sopravvivenza questa volta di ambientazione casalinga che sfrutta al massimo ogni anfratto e corridoio del luogo (la buona fotografia e le curate scenografie fanno il resto). Il risultato complessivo si dimostra quindi interessante, anche grazie a un paio di scene splatter degne di nota (forse c’è troppa CGI ma possiamo farcene una ragione) e a un black humour tutto sommato ben calibrato e mai esagerato.
“Ready Or Not” paga alcuni inevitabili limiti di sceneggiatura e qualche ridicolaggine di troppo (i dialoghi banali e le sequenze insulse del rituale satanico), piccole falle che penalizzano in parte un prodotto comunque divertente, soprattutto quando la sposa diventa consapevole della situazione, incazzandosi a dovere come nella migliore tradizione delle eroine del cinema exploitation (l’immagine di Grace con la cartuccera di traverso sull’abito bianco ha un notevole impatto iconografico). Ci troviamo dunque davanti a un horror d’intrattenimento che svolge la sua funzione in maniera doverosa, un filmetto semplice e abbastanza efficace, quasi un sottile avvertimento sull’inferno in terra che attende i più sfortunati subito dopo il tanto agognato matrimonio.

3

(Paolo Chemnitz)

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