di Julius Ramsay (Stati Uniti, 2017)
L’impresa di risultare originali a tutti i costi assilla da anni il cinema horror: qualcuno ci riesce (e anche bene), altri scelgono la strada del remake o quella più paracula e derivativa, altri ancora invece si fermano a metà, optando per una storia già vista ma almeno capace di cambiare passo, ribaltando completamente le sorti delle vicende. Per ottenere questo bisogna affidarsi a uno script coinvolgente, al carisma degli attori e alla bravura del regista, tre aspetti in cui “Midnighters” fallisce, pur non rivelandosi una pellicola totalmente da buttare via.
Dopo una squallida festicciola di Capodanno, la coppia (in crisi) formata da Jeff e Lindsey rientra a casa percorrendo una strada che attraversa il bosco: i due hanno bevuto un po’ e l’uomo al volante non si accorge che davanti a lui c’è qualcuno che cammina, un individuo che viene investito dall’auto ma che riesce miracolosamente a sopravvivere. Chiamare i soccorsi è impossibile (non c’è campo, strano eh?), così il ferito sale in macchina per essere condotto nella casa dei protagonisti. La prima parte del film verte sul segreto di Jeff e Lindsey e sull’indagine della polizia che in qualche modo sospetta che sia accaduto qualcosa di strano durante quella notte. Le dinamiche da thriller presto però lasciano spazio all’horror più classico, soprattutto quando entrano in gioco altri due personaggi, Hannah (la sorella di Lindsey) e un tale di nome Jeff (entrambi invischiati in qualcosa di torbido).
“Midnighters” punta praticamente tutto sul twist posto a metà pellicola, una svolta repentina che non convince al cento per cento: fino a quel momento, pur mancando di personalità, Julius Ramsay (già regista di un paio di episodi di “The Walking Dead”) è capace di mantenere alta la tensione, mettendo a confronto una coppia nel pieno di un conflitto che deve far fronte a un’emergenza improvvisa. La recitazione però è fiacca e dall’apatia generale si salva soltanto Alex Essoe (Lindsey), una brava attrice che avevamo già ammirato nei validi “Starry Eyes” (2014) e “The Neighbor” (2016). Quello che accade dopo rappresenta il fatidico passo più lungo della gamba, perché “Midnighters” vuole stupire a tutti i costi non possedendo il quid necessario per catturare la nostra attenzione.
Niente male qualche scena truculenta (le dita inchiodate) e le atmosfere generali, piuttosto cupe e in sintonia con la stagione fredda in cui avvengono i misfatti. Un film guardabile quindi, ma allo stesso tempo dimenticabile: a volte è meglio concentrarsi sul poco che si ha a disposizione invece di tentare il grande salto, perché il rischio è quello di farsi male.
(Paolo Chemnitz)