Love Is The Devil

love is the devildi John Maybury (Gran Bretagna, 1998)

Durante la sua carriera John Maybury (regista londinese classe 1958) ha realizzato tanti videoclip, lavorando con gente del calibro di Sinéad O’Connor (“Nothing Compares 2 U”), Marc Almond, Morrissey e poi ancora Erasure e Boy George. Un personaggio molto particolare, eletto nel 2005 tra i più influenti gay del Regno Unito, al di là di un legame con il cinema piuttosto flebile e discontinuo. Verso la fine dello scorso secolo Maybury scrive e dirige questo “Love Is the Devil: Study For a Portrait of Francis Bacon” (un biopic proiettato fuori concorso sugli schermi di Cannes), un’opera che giustamente evita di raccontarci superficialmente tutta la vita del pittore irlandese, soffermandosi invece su una piccola parte di essa.
Un ladro entra nello studio di Francis Bacon ma il padrone di casa lo sorprende: inaspettatamente, il pittore non lo denuncia alla polizia ma lo invita a spogliarsi e a infilarsi con lui nel letto. Sembra una storia assurda e invece da quel giorno (e per ben sette anni) il giovane George Dyer diventa l’amante di Bacon. L’uomo inizia così a frequentare la vivace fauna notturna londinese, un mondo popolato da individui istrionici, esibizionisti e votati all’eccesso, un cambiamento repentino capace di scatenare una sequenza di inevitabili invidie e gelosie che mettono a nudo il già tormentato rapporto tra i due protagonisti. Questo turbolento melodramma si esaurisce nel 1971, quando George muore dopo aver ingerito un mix letale di alcol e barbiturici.
“Love Is The Devil”, non poteva esserci titolo più azzeccato: la regia di Maybury pone infatti sotto i riflettori il caos interiore di Francis Bacon, un predatore destinato a fagocitare attraverso la sua personalità disturbata la sua debole controparte (“questa dolorosa incapacità di portare avanti i rapporti. L’egoismo richiesto dal mio lavoro non lascia spazio alla parte emotiva. La tenerezza può in ultima istanza manifestarsi solo nel movimento del pennello”). Il montaggio fotografa alla perfezione l’irrequietezza del pittore, i suoi scatti nevrotici e le sue perversioni (il legame tra i due uomini è chiaramente sadomasochista), lasciando in ombra la figura (purtroppo) monodimensionale del sempre più depresso George, costretto a scontrarsi con la crudeltà e la sgradevolezza del suo celebre compagno. “Love Is The Devil” è quindi un percorso di puro nichilismo e autodistruzione, un feroce affresco biografico ben interpretato dagli ottimi Derek Jacobi (Francis Bacon) e Daniel Craig (George Dyer), la cui vita quotidiana viene spesso deformata dall’occhio della telecamera, praticamente una soggettiva baconiana in grado di alterare la percezione della realtà.
Seguendo un linguaggio estetico già toccato da colossi come Derek Jarman o Peter Greenaway, John Maybury realizza un lavoro di quelli da ricordare, nonostante l’estrema articolazione di un soggetto ricco di sfumature: perché qui un caleidoscopico Bacon uomo schiaccia e annienta il Bacon pittore, di cui non c’è traccia o quasi. Un genio al servizio dell’arte e del proprio egocentrismo.

3,5

(Paolo Chemnitz)

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