Lesson Of The Evil

lesson ofdi Takashi Miike (Giappone, 2012)

Takashi Miike continua a sfornare film in quantità industriale, anche se durante questo decennio non tutti i suoi lavori sono riusciti a lasciare il segno (soprattutto le sue pellicole più commerciali, come il deludente “Terra Formars”). Quando però nel regista si scatena la più folle creatività, allora possiamo dormire sonni tranquilli: è accaduto per un paio di opere entrambe passate in rassegna in due diverse edizioni della Festa del Cinema di Roma, “Lesson Of The Evil” (2012) e il delirante “As The Gods Will” (2014). In quelle occasioni abbiamo visto qualche faccia perplessa ma gli applausi sono stati scroscianti e non poteva essere altrimenti.
“Lesson Of The Evil” (da noi “Il Canone Del Male”) prende spunto dall’omonimo romanzo di Yûsuke Kishi pubblicato soltanto poco tempo prima. C’è un protagonista unico in questo film, un professore di nome Seiji Hasumi (Hideaki Itô) molto popolare tra i suoi studenti: un uomo stimato, bello e intelligente, tornato in Giappone dopo un’esperienza formativa negli Stati Uniti. Seiji però indossa una maschera che nasconde la sua vera natura, egli infatti è un sociopatico dal passato oscuro che agisce in maniera impulsiva ricorrendo sistematicamente all’omicidio davanti ai problemi da risolvere. Quello che accade nel suo liceo ha dell’impensabile, perché a un certo punto Seiji imbraccia un fucile e compie una carneficina senza precedenti.
Le due ore abbondanti di durata non devono scoraggiarvi, “Lesson Of The Evil” ci prepara lentamente al peggio ripagandoci con una parte conclusiva impregnata di sangue e di cinismo, praticamente uno shooting movie sulla scia di “Rampage” (2009), il pazzesco film sparatutto di Uwe Boll. Miike costruisce, raggiunge il punto di rottura e poi distrugge, lasciando spazio durante il massacro a una moltitudine di luci e di colori, perché quello a cui assistiamo equivale a un giro sulle giostre più spaventose create dalla mente umana. La regia è ricca di prelibate finezze tecniche e nonostante un certo manierismo di fondo, “Lesson Of The Evil” centra il bersaglio senza perdere mai di vista il personaggio principale, una cottura a fuoco lento che ci porta dritti al sodo evitando inutili divagazioni.
Non passano inosservate le citazioni per il brano Die Moritat von Mackie Messer (il cui testo fu scritto da Bertold Brecht), un pezzo composto per “L’Opera Da Tre Soldi” nel quale figura un certo Macheath, noto criminale della Londra vittoriana. Le parole della canzone sono eloquenti (“lo squalo ha i denti e li porta sul viso. Macheath ha un coltello ma il coltello non si vede”) e sono facilmente riconducibili alle gesta di Seiji, un predatore insospettabile la cui miccia presto si consuma fino alle inevitabili conseguenze. Takashi Miike qui non tocca le vette supreme a cui ci aveva abituati in passato, ma confeziona un piccolo gioiello da rigustare ancora oggi, perché la seconda visione di “Lesson Of The Evil” può risultare davvero illuminante.

4

(Paolo Chemnitz)

lesson of the

 

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...