Lisa!

lisa!_di Mario Schollenberger (Germania, 2018)

Il cinema underground tedesco non smette mai di regalarci sorprese, soprattutto quando si tratta di pellicole realizzate con zero budget ma con tanta passione per la materia. Una peculiarità confermata in passato da alcuni registi che non hanno mai fatto il grande salto (pensiamo a Buttgereit, Ittenbach o Schnaas), perché in Germania di orrori ne hanno visti fin troppi e si riesce a lavorare in assoluta libertà soltanto affondando i colpi nei circuiti più sotterranei. Da oggi possiamo aggiungere alla lista Mario Schollenberger, con “Lisa!” al suo secondo lavoro in cabina di regia. Il film – per adesso proiettato solo in patria – lo potrete gustare a breve in anteprima al Fantafestival 2019 (dal 10 al 16 giugno a Roma), un’edizione rinnovata ricca di succulente novità.
Chi è Lisa? E’ una ragazza originaria del Sud Tirolo trasferitasi da poco a Berlino, una giovane solitaria persa tra serate in discoteca, droga e sesso occasionale. Il primo incontro è con Tom (interpretato dallo stesso regista), un tipo strambo che non apre bocca ma con il quale la protagonista instaura un rapporto di fiducia reciproca. Purtroppo Lisa incappa anche in Christoph, le cui mire sessuali sono ben chiare fin da subito: l’uomo tramortisce la ragazza, se la porta a casa e la violenta brutalmente, per poi addormentarsi ubriaco accanto a lei permettendole di fuggire via. Una volta libera, Lisa pianifica nel giro di pochi giorni un’atroce vendetta, attirando il carnefice nella sua abitazione, dove praticamente si materializza un compendio di sadismo e perversione destinato a scuotere la nostra sensibilità.
Questo non è un semplice rape & revenge, è molto di più: pur con pochi euro a disposizione, gli ottanta minuti della pellicola in esame scivolano via senza inutili riempitivi, incluse le scene esplicite di sesso, una componente hardcore funzionale alle vicende narrate dal regista. C’è qualcosa di brutale e repellente in questo film, poiché in più di una sequenza rimaniamo storditi dalla naturalezza con la quale Lisa tortura il suo aguzzino, un sadismo che supera il concetto stesso di vendetta già visto in altre opere. Qui a prevalere è la cattiveria, l’umiliazione, la merda che inonda quella stanza e lo sperma che diventa l’ennesima arma di sottomissione, perché in “Lisa!” l’elemento fetish-sadomaso non è trascurabile e collima alla perfezione con le nefandezze studiate ad hoc dalla ragazza.
Ovviamente per Mario Schollenberger la strada è ancora lunga, bisogna infatti mettere maggiormente a fuoco alcuni aspetti poco efficaci come ad esempio la colonna sonora, troppo dispersiva nei suoi continui passaggi dal country rock alla techno, oltre a una messa in scena (forzatamente squallida) ma ancora lontana dal drammatico marciume del miglior Jörg Buttgereit (pensiamo a una pellicola come “Schramm”). Nonostante tutto, “Lisa!” è un film rigoroso e delirante (incluso un finale weirdo) che merita la giusta considerazione, alla luce di quanto proposto in tempi non sospetti proprio in terra germanica, dove il cinema underground è sempre meravigliosamente malato.

3

(Paolo Chemnitz)

lisa!

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