di Álex De La Iglesia (Spagna/Francia, 2013)
Conosciuto in Italia con l’anonimo titolo “Le Streghe Son Tornate”, “Las Brujas De Zugarramurdi” (o al massimo “Witching & Bitching” nella denominazione internazionale) è uno dei film più recenti tra quelli diretti dall’eclettico Álex De La Iglesia. Ancora una volta il regista basco trova la chiave giusta per far convivere all’interno della stessa pellicola horror, action, commedia nera e grottesco, una formula letale che continua a raccogliere consensi e a ispirare nuove generazioni di cineasti iberici.
Il film prende spunto da un evento realmente accaduto: all’inizio del diciassettesimo secolo in un villaggio della Navarra alcune persone furono accusate di stregoneria. Dopo il processo, un uomo e cinque donne bruciarono sul rogo. La vicenda delle streghe di Zugarramurdi è rimasta viva nella memoria storica del popolo spagnolo, ancora oggi infatti viene rievocato l’episodio proprio nella grotta dove un tempo si pensava che fossero praticati questi occulti rituali. De La Iglesia però parte da molto lontano, con una memorabile rapina in piena città: alcuni artisti di strada stanno per irrompere dentro un compro oro, ma quello che succede da lì a poco ha dell’incredibile poiché la polizia non sta a guardare e il caos regna sovrano. Una partenza esilarante, tra inseguimenti in automobile, battute fulminanti e uno SpongeBob umano crivellato di colpi! La deriva weird viene momentaneamente accantonata quando il gruppo in fuga raggiunge il celebre luogo di cui sopra, un passaggio obbligato per raggiungere la Francia (dove i nostri sono diretti). Qui incontriamo Carmen Maura in versione strega che cammina sul soffitto, situazioni al limite del nonsense e un finale sabbatico con un grande mostro antropofago che semina lo scompiglio assoluto. Per fare un po’ di ordine, l’unica possibilità è mettersi comodi sulla poltrona e gustarsi questo bislacco delirio.
“Las Brujas De Zugarramurdi” è un film sopra le righe e su questo non ci sono dubbi: a tratti la verbosità dei dialoghi è persino irritante ma tutto fa parte del gioco, perché da queste (quasi) due ore di visione non bisogna attendersi altro che un puro divertissement nel più classico stile del regista di Bilbao, sulla scia dell’esperienza comunque più drammatica e felliniana del precedente “Ballata Dell’Odio E Dell’Amore” (2010).
Nonostante il montaggio serrato e un ritmo davvero indiavolato, l’opera conosce qualche perdonabile battuta a vuoto nel corso della sua durata, in effetti mantenere tutta la pellicola sulle pazzesche coordinate iniziali sarebbe stato impossibile. Per chi comunque volesse gustarsi una delle rapine più assurde nella storia del grande schermo, “Las Brujas De Zugarramurdi” diventa un titolo assolutamente imprescindibile, al di là del giudizio generale che si attesta su livelli più che positivi. Il cinema fantastico di Álex De La Iglesia non segue schemi predefiniti ma offre soltanto tanta follia e tanta voglia di stupire. Non potremmo chiedere di meglio.
(Paolo Chemnitz)