di Jason Krawczyk (Stati Uniti/Canada, 2015)
Henry Rollins ha la faccia giusta per il cinema, non è mai stato difficile intuirlo. Dalle fugaci apparizioni in film fondamentali come “Heat – La Sfida” (1995) e “Strade Perdute” (1997), Rollins col passare del tempo è riuscito a ritagliarsi uno spazio sempre più importante (ce lo ricordiamo anche nei panni di un neonazista nella seconda stagione di “Sons Of Anarchy”) fino a diventare protagonista assoluto in questa pellicola di Jason Krawczyk. Il carismatico musicista americano, personaggio storico della scena punk-hardcore con i suoi Black Flag, con “He Never Died” trova la sua dimensione ideale in un ruolo a lui congeniale, quello dell’antieroe.
Jack è un uomo schivo e solitario, spesso in giro durante la notte (con la passione per il bingo!). Ma soprattutto è immortale, si toglie le pallottole dalla fronte come se nulla fosse e non sente alcun dolore quando si ferisce: in poche parole Jack è una sorta di vampiro metropolitano legato alla tradizione biblica (la parte conclusiva illumina questa prospettiva con qualche sbrigativo spiegone), un individuo senza età per giunta assetato di sangue umano. Non aspettatevi però un noir sovrannaturale impregnato di fantasiosi voli pindarici, perché Rollins qui è molto più terreno di quanto possa sembrare, egli infatti è alla ricerca della presunta figlia scomparsa rapita da un gruppo di criminali, con i quali ingaggia uno scontro senza esclusione di colpi.
“He Never Died” si focalizza talmente tanto sul protagonista che tutto il resto del film diventa un semplice contorno, non a caso si vociferava di una serie tv dedicata a Jack ma al momento non è ancora stato realizzato nulla. Ci basta comunque questa pellicola, l’esaltazione di un volto che spacca lo schermo a discapito degli altri personaggi e di una sceneggiatura non sempre capace di brillare a dovere. Convincono invece le cupe atmosfere in cui sono ambientate le vicende, così come hanno il loro perché le brusche impennate pulp che qua e là ci offrono qualche gustoso momento splatter.
Henry Rollins è un uomo intelligente che difficilmente avrebbe accettato di recitare in un lavoro incentrato soltanto sulla violenza fine a se stessa: ecco il motivo per il quale lo ritroviamo proprio in questa pellicola, un lungometraggio dove il substrato intellettuale offre una dimensione più profonda al suo personaggio, una creatura misteriosa e non di immediata comprensione. Se quindi a una prima impressione “He Never Died” può sembrare un fumettone carico di nera ironia, col trascorrere dei minuti emerge la vera essenza dell’opera: un regista più esperto avrebbe sfruttato molto meglio queste potenzialità, ma tirando le somme questo filmetto girato a Toronto sa il fatto suo. Merito ovviamente di Henry Rollins, uno che non muore mai.
(Paolo Chemnitz)