di Alessio Cremonini (Italia, 2018)
Non è stato facile approcciare un film del genere, considerando l’argomento così delicato e il conseguente rischio di deragliare da un momento all’altro. Bisognava immergersi nella visione trattenendo il respiro, con il timore di restare impelagati all’interno di una pretestuosa indagine da scoop giornalistico oppure – ancora peggio – osservando impotenti un protagonista prima brutalizzato e poi fin troppo facilmente martirizzato. “Sulla Mia Pelle” invece è tutt’altro, anzi è una pellicola talmente intelligente ed equilibrata da risultare persino perfetta sotto molti punti di vista. Una scommessa vinta a mani basse, soprattutto per un regista poco conosciuto come Alessio Cremonini (che nel mondo del cinema doveva ancora dimostrare tutto il suo valore) ma anche per Netflix, finalmente capace di valorizzare un prodotto italiano di alto spessore.
“Sulla Mia Pelle” racconta gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi, un giovane romano di buona famiglia incarcerato per detenzione e spaccio di droga e poi deceduto durante la custodia cautelare in seguito a un rapido deperimento psico-fisico: una terribile storia di cronaca nera che da anni scuote l’opinione pubblica nostrana, con un’inchiesta-bis in corso nella quale sono coinvolti carabinieri, medici e agenti di polizia penitenziaria. Noi conosciamo già il destino di Stefano, per questo motivo il film di Alessio Cremonini non è altro che la straziante cronaca di un’agonia, un conto alla rovescia scandito dai giorni della settimana in cui tutto sembra paradossale, dal comportamento delle istituzioni alla snervante apatia del protagonista, il non voler far nulla per timore di nuove rappresaglie, mentre il dolore avanza e i segni sul volto tumefatto non lasciano presagire nulla di buono.
Stefano Cucchi è interpretato da un magnifico Alessandro Borghi (appositamente dimagrito di diciotto chili per dare maggiore credibilità al personaggio) – già da noi ammirato in “Non Essere Cattivo” (2015) e “Suburra” (2015) – senza dubbio insieme a Luca Marinelli il miglior attore di nuova generazione che abbiamo in Italia. La forza del film risiede esclusivamente nella sua performance devastante, una prova che annulla del tutto il divario tra realtà e finzione: Alessio Cremonini ci rinchiude nella mente tormentata di Stefano, esplorandone la psicologia e una solitudine che sfocia nella dannazione, un circuito chiuso di remissività (la sua), impotenza (della sua famiglia) e presunta indifferenza (quella di chi lo ha in cura o in custodia). Anche il resto del cast è valido, spiccano su tutti la combattiva sorella Ilaria Cucchi (Jasmine Trinca) e un padre comprensivo (un bravo Max Tortora), anch’egli però bloccato da qualcosa che gli impedisce di reagire con veemenza davanti alla tragedia del figlio.
“Sulla Mia Pelle” è un film durissimo ma necessario, alla luce di un risultato complessivo ben al di sopra delle aspettative. Un dramma che turba la nostra sensibilità senza la presunzione di fornirci risposte certe, anzi a dire il vero le domande adesso si moltiplicano e tutto sembra far ancora più male di prima.
(Paolo Chemnitz)
Impressionante.
Da far vedere e rivedere a quante più persone possibili
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