Scream Bloody Murder

scream_di Marc B. Ray (Stati Uniti, 1973)

Se il fascino del cinema grindhouse degli anni settanta continua ad attirarci sotto ogni punto di vista, è anche vero che alcune pellicole di quel periodo sono purtroppo indifendibili. “Scream Bloody Murder” è una di queste. Girato in California nel 1971 ma uscito soltanto due anni dopo, il film di Marc B. Ray (sconosciuto regista nato in Oregon nel 1940) è il classico prodotto exploitation usa e getta carente sia nella forma che nella sostanza. La cosa più bella – e qui non ci sono dubbi – è la locandina.
L’incipit è interessante: un ragazzino (Matthew) sta osservando il padre in piedi davanti al suo trattore. Giusto il tempo di salire sul mezzo e il bambino aziona consapevolmente il veicolo, schiacciando l’uomo senza pietà. Ma per scendere giù dal trattore Matthew rimane ferito a un braccio maciullandosi una mano. Una volta finito dentro un ospedale psichiatrico, ritroviamo il protagonista ormai cresciuto e con un gancio al posto della mano, un incubo che però termina dal momento in cui il giovane viene rimandato a casa dalla madre (nel frattempo risposatasi). Non è difficile immaginare come la furia omicida di Matthew riprenda da dove si era conclusa.
Sarebbe stato bello potersi gustare questo b-movie all’epoca, magari seduti comodamente all’interno di un drive-in d’altri tempi, un clima nostalgico che avrebbe certamente giovato alle intenzioni della pellicola. Perché oggi “Scream Bloody Murder” mostra troppe lacune per poter essere inserito negli annali del cinema horror, al di là del fatto che comunque ha il merito di rappresentare un altro piccolo precursore del successivo fenomeno slasher. Il film ha dalla sua qualche notevole impennata di brutale sadismo (l’omicidio della donna di servizio è una scena clou) ma oltre agli aspetti ferali (penalizzati da un budget limitato) colpisce soprattutto una certa morbosità di fondo che ritroviamo nella psicologia deviata del protagonista: Matthew infatti è ossessionato dalla madre, un complesso di Edipo qui portato alle estreme conseguenze ma trattato con qualche inevitabile caduta nel trash involontario.
Il regista Marc B. Ray ha una serie di attenuanti, però non sono certo pochi gli horror del periodo realizzati con una manciata di dollari ma molto più interessanti di questo. Infine resta da segnalare nel cast la curiosa presenza di Angus Scrimm, finito alcuni anni dopo alla corte di Don Coscarelli nel celebre ruolo di The Tall Man in “Phantasm” (1979). “Scream Bloody Murder” è tutto qui, un cult ma solo sulla carta (del poster).

1,5

(Paolo Chemnitz)

screambm

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