The Battery

battery_di Jeremy Gardner (Stati Uniti, 2012)

Negli ultimi anni realizzare uno zombie movie originale è diventata una vera utopia, anche se le eccezioni non mancano. Tra queste c’è chi, con pochi dollari (circa diecimila), ha dato vita a un film sicuramente particolare. Ma il segreto di “The Battery” è praticamente un paradosso, ovvero far agire i morti viventi come puro contorno all’interno di una storia dove contano soprattutto i due protagonisti e il rapporto che intercorre tra loro.
Ben (il regista Jeremy Gardner, bravo pure nelle vesti di attore) e Mickey (Adam Cronheim) vagano senza meta in un territorio sconfinato: ci troviamo nelle zone più incontaminate del New England, tra boschi, laghi e strade deserte che si perdono tra la fitta vegetazione. I due giovani sono uniti dalla passione per il baseball e da un disincantato istinto per la sopravvivenza, i loro dialoghi infatti sono ironici e intrisi di uno scanzonato black humour che non nasconde una certa rassegnazione. La minaccia è costante ma spesso non la vediamo, Ben e Mickey ispezionano e perlustrano l’area ma difficilmente si imbattono in orde di zombi affamati di carne. Soltanto nella parte conclusiva “The Battery” ci mette con le spalle al muro, anche in questo caso però tutto sembra la logica conseguenza di un mondo ormai al capolinea, dove bisogna soltanto rilassarsi e attendere la fine.
Jeremy Gardner qui è al debutto dietro la telecamera ma non sembra affatto uno sprovveduto: l’utilizzo del campo lungo si rivela spesso efficace, perché il territorio nel quale si muovono Ben e Mickey diventa praticamente un personaggio aggiuntivo, uno spazio solo in apparenza placido e silenzioso. La spassosa alchimia tra i due superstiti mette poi in luce quel tipico approccio da road movie dove con il trascorrere dei minuti ci si confronta, ci si conosce e ovviamente ci si scontra, una caratterizzazione riuscita che riesce a creare la giusta empatia con questi sgangherati giovanotti (sta a voi decidere se preferite il cinico Ben o il più romantico Mickey). Gardner aggiunge un po’ di musica per tappare qualche pausa e così, tra un sorriso amaro e qualche piccola ma interessante riflessione sull’amicizia, atterriamo nel tanto atteso epilogo.
Finalmente una pellicola che predilige un certo realismo (se così possiamo chiamarlo) alla solita epidemia metropolitana dove accade l’impossibile: “The Battery” è molto più sincero di tante opere maggiormente pubblicizzate, è il cinema apocalittico che non spettacolarizza ma racconta, con una straniante leggerezza, una giornata qualunque nel nulla più assoluto. Un dolce vagabondare nell’orrore che ci circonda. Minuscolo sì, ma decisamente significativo questo horror indipendente.

3,5

(Paolo Chemnitz)

battery

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