Take An Easy Ride

take an easy ridedi Kenneth F. Rowles (Gran Bretagna, 1976)

La pratica dell’autostop nel cinema thriller/horror ha sempre riservato spiacevoli sorprese (e non potrebbe essere altrimenti!). Impossibile non citare il folle che sale a bordo del pulmino in “Non Aprite Quella Porta” (1974) oppure uno psicopatico David Hess in “Autostop Rosso Sangue” (1978), ma potremmo citare numerose pellicole spingendoci almeno fino a “The Hitcher” (1986). Il periodo d’oro in cui si diffuse questa usanza erano gli anni settanta, dove a una palese mancanza di mezzi (non tutti ancora possedevano un’automobile di proprietà) corrispondeva quello spirito di avventura ereditato dalla cultura hippie.
Il regista inglese Kenneth F. Rowles non ha mai avuto molta fortuna con la cinepresa: la psichedelica serie televisiva “Go Girl” (1972) – incentrata sulle sfrenate danze delle go-go girls – si era arenata immediatamente dopo il pilot e si può recuperare esclusivamente tra gli extra del dvd import britannico di questo “Take An Easy Ride”, un mediometraggio praticamente sconosciuto uscito quattro anni dopo e rimasto nella polvere per tantissimo tempo. Si tratta (in partenza) di un finto documentario basato sull’esperienza di alcune persone che hanno chiesto un passaggio (non mancano persino i riferimenti alla cronaca nera), con interviste più o meno credibili che ci mettono in guardia dai pericoli del cosiddetto hitchhiking. Presto però il film prende una piega diversa, sbattendoci in faccia alcune situazioni al limite e spostando l’obiettivo sulle prede più abbordabili, le giovani ragazze. Due di loro in viaggio verso un festival suscitano qualche prurito sessuale nel conducente ma riescono ad arrivare sane e salve a destinazione. Il fato purtroppo non concede alcun lieto fine per altre due protagoniste, salite a bordo di un’auto guidata da un maniaco, il quale prima mostra alle tipe un giornaletto porno conservato nel cruscotto e poi le ammazza e le violenta in una zona isolata della campagna inglese.
“Take An Easy Ride” è pura sexploitation in linea con moltissimi prodotti dell’epoca, non manca infatti la violenza, il sesso (nudi integrali, persino un threesome) e quelle atmosfere che rimandano a pellicole di culto come “L’Ultima Casa A Sinistra” (1972) o “Non Violentate Jennifer” (1978). Rowles però condensa troppe storyline in appena quaranta minuti e il risultato finisce per non approfondire nessuna delle varie situazioni, un peccato perché con qualche sterlina in più questo “Take An Easy Ride” sarebbe potuto diventare un film vero e proprio, forse addirittura un piccolo classico del genere: anche se qui il rape & revenge non è contemplato, poiché “Take An Easy Ride” nasce come PSA (public service announcement) sviluppandosi poi come un curioso prodotto exploitation non troppo dissimile da quelli appena citati. Nulla di fondamentale per il nostro adorato cinema estremo di marca 70s, ma una sbirciata se la merita tutta.

3

(Paolo Chemnitz)

take an easy

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