Spring Breakers

spring breakersdi Harmony Korine (Stati Uniti, 2012)

“Spring Breakers” merita un doveroso approfondimento anche in questa sede, pur trattandosi di una pellicola diversa dalle altre che analizziamo sul sito. Il regista dopotutto è Harmony Korine, uno che si è fatto le ossa nel circuito indipendente lasciando tracce profonde a ogni suo passaggio. Ecco che così quella che superficialmente può sembrare una banale commediola giovanile (il titolo italiano “Spring Breakers – Una Vacanza Da Sballo” è ovviamente fuorviante) non è altro che un film dal grande potenziale drammatico, non sempre sfruttato a dovere ma comunque capace di farci riflettere sul vuoto generazionale di un’America tanto ammaliante quanto deprimente.
Se con “Gummo” (1997) ci veniva mostrato il degrado della provincia più remota attraverso surreali dinamiche weird, con “Spring Breakers” Harmony Korine rovescia la medaglia ma non sposta di un millimetro la sua critica al disordine sociale. In questo caso, sotto una patina rassicurante (la vacanza di quattro ragazze del college), l’opera nasconde la mancanza assoluta di solidi punti di riferimento condivisa da quei giovani americani cresciuti nel più bieco materialismo (soldi, sesso, droga, potere e tanta musica usa e getta).
bitch-girl-spring-break-spring-breakers-Favim.com-849983Facciamo un passo indietro, che cosa significa spring break? Si tratta di una tradizione che accomuna molti studenti, un breve periodo (circa una settimana) nel quale essi trascorrono una vacanza in una calda e ospitale località turistica, proprio per staccare la spina dagli impegni. Brit, Candy, Cotty e Faith non possono certo rinunciare all’occasione di recarsi in Florida, ma le loro azioni devono subito fare i conti con la giustizia, poiché le quattro tipette provocanti hanno il vizio di procurarsi i soldi commettendo rapine (fino a quando non finiscono in prigione). C’è però un santo in paradiso che paga la cauzione e le prende in simpatia, un rapper di nome Alien per giunta invischiato nella malavita locale (James Franco sfoggia una delle sue migliori interpretazioni di sempre). Una figura forse stereotipata, ma non troppo lontana da alcuni discutibili personaggi che ogni tanto emergono nel panorama musicale contemporaneo: i figli di una sottocultura nata nei ghetti metropolitani e qui ridotta a un terribile rituale mainstream (il pool party e la mercificazione sessuale, tra culi e tette al vento come se non ci fosse un domani). Un mondo di plastica finto come quei romantici tramonti sull’oceano, la scomparsa dei valori e dello spirito nel nome di una pseudo-trasgressione a dir poco mortificante (“this is the fuckin’ american dream”).
C’è tanta musica in “Spring Breakers”, un accompagnamento che spesso parla più dei protagonisti: la scena in spiaggia con James Franco seduto al pianoforte (mentre risuonano le note di “Everytime” di Britney Spears) è uno dei momenti indimenticabili della pellicola, è il trionfo di un’estetica pop che sa anche emozionare attraverso l’uso del ralenti. Il melenso che incontra il violento. Il limite del film è invece rappresentato dalla fase calante dell’ultima mezzora, dove Korine irradia lo schermo con magnifiche luci al neon affossando però qualunque tipo di conclusione verosimile o comunque razionale. Con l’aspetto puramente drammatico che viene disintegrato per fare spazio a una coloratissima ma irritante vendetta che riesce solo ad accontentare i nostri occhi.
“Spring Breakers” – definito un beach noir dal regista stesso – ha diviso moltissimo pubblico e critica, ma al di là del suo significato portante (che non è affatto superficiale) la vera forza dell’opera è riconducibile alla regia, al montaggio e alla fotografia, uno stato di grazia formale che sopperisce alle sbandate di cui sopra. Ci piace (e ci preoccupa) quest’America lobotomizzata e manipolabile, anche se Korine non riserva a tutte e quattro le protagoniste la stessa sorte: forse c’è ancora un briciolo di speranza, ma siamo pur sempre al confine tra edonismo e autodistruzione. Spring break forever, bitches!

3,5

(Paolo Chemnitz)

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