di Willard Huyck (Stati Uniti, 1973)
“Messiah Of Evil” (in Italia tradotto frettolosamente con il titolo “Il Messia Del Diavolo”) è un horror tra i più originali e inquietanti realizzati negli anni settanta. Un film surreale carico di lugubri e sinistre atmosfere che – al di là della sua pochezza narrativa – si può considerare un piccolo cult nel genere. Impossibile che George A. Romero non abbia preso qualche spunto dalla scena del supermercato per il suo “Zombi” (1978), così come sono più che evidenti alcuni riferimenti tra “Messiah Of Evil” e opere successive come “Dead & Buried” (1981) di Gary Sherman o “Il Signore Del Male” (1987) di John Carpenter.
Una giovane donna si mette alla ricerca del padre, un pittore di cui non ha più notizie da tempo. Il suo viaggio si conclude in una piccola cittadina costiera della California, un posto fuori dal mondo dove uno strano contagio ha reso gli abitanti simili a dei morti viventi affamati di carne (“they’re coming here. They’re waiting at the edge of the city. They’re peering around buildings at night, and they’re waiting. They waiting for you! And they’ll take you one by one and noone will hear you scream. Noone will hear you scream!”). L’approccio con questa comunità è davvero nefasto, le (magnifiche) immagini nel distributore di benzina generano inquietudine e rappresentano solo il primo passo all’interno di questo luogo maledetto. La storia però finisce immediatamente in secondo piano, lasciando spazio a una sorta di trip onirico dal ritmo molto blando, un’immersione sensoriale che ci offre alcuni spunti fotografici di notevole bellezza e una serie di scene che restano ben impresse negli occhi: oltre a quella succitata del supermercato, “Messiah Of Evil” lo ricordiamo volentieri per l’incredibile e raggelante sequenza girata nel cinema, con una ragazza lentamente circondata e assediata da questi esseri famelici. Descriverli come semplici zombi o cannibali è anche fuorviante, si tratta infatti di persone in stato catatonico mosse soltanto dall’istinto e da un’oscura forza superiore che si riferisce appunto al titolo del film.
Willard Huyck (coadiuvato in cabina di regia e nello script dalla moglie Gloria Katz) dirige un b-movie criptico (e a tratti confuso) ma assolutamente degno di attenzione, dove tutto quello che non viene spiegato rimane comunque un peccato veniale: in “Messiah Of Evil” ciò che conta è il mood, la location, una sensazione claustrofobica che avvolge e tramortisce il nostro sguardo. Un incubo dai contorni psichedelici, supportato da un discreto score musicale e da una regia al di sopra della media (le inquadrature sono studiate ad hoc per valorizzare questa allucinante immersione nel terrore). Non fatevi quindi scoraggiare da qualche sbadiglio fisiologico, questo è un horror che ha tante carte da giocare dal primo all’ultimo fotogramma.
(Paolo Chemnitz)