Laid To Rest

Laid to-Restdi Robert Hall (Stati Uniti, 2009)

La formula degli slasher non è mai cambiata, anche se con il nuovo millennio qualche regista si è giustamente adattato ai tempi. Tra questi non possiamo non citare Robert Hall, uno dei più importanti make-up artist di Hollywood, poi passato anche dietro la telecamera con “Laid To Rest” (suo pure il sequel del 2011) e con il trascurabile “Fear Clinic” (2014), nonostante la presenza importante di Robert Englund.
Una ragazza si risveglia all’interno di una bara, è stata colpita alla testa e poi rapita da qualcuno: una volta fuggita da quel luogo così macabro (in quella stanza c’è un cadavere), la protagonista riesce a fermarsi nella casa più vicina dove incontra una coppia disposta ad aiutarla. Ma un losco e misterioso individuo si mette a caccia della superstite, prima del pirotecnico scontro decisivo che si svolge in un drugstore.
Il merito di Robert Hall è stato quello di aver creato un villain molto interessante, Chromeskull, un personaggio nerovestito munito di maschera e coltelli e con una telecamera a infrarossi montata sulla spalla: l’essenza più pura dello slasher movie 2.0, un passo avanti rispetto al solito minestrone trito e ritrito proposto da altri registi di ultima generazione (pensiamo ad Adam Green e al suo simpatico ma tutt’altro che originale “Hatchet”). Purtroppo la sceneggiatura che sorregge “Laid To Rest” è poca cosa e le forzature che si accumulano durante la visione non sono sempre perdonabili, una caratteristica facile da riscontrare in un genere che punta dritto al sodo (splatter e omicidi) e che comunque dimostra ancora una volta di avere tanti estimatori in giro per il mondo, i quali non chiedono altro che intrattenimento e divertimento. Sotto questo punto di vista “Laid To Rest” non delude, il film ha un buon ritmo e soprattutto una lunga serie di scene gore tutte magnificamente realizzate. In più di un’occasione però restiamo interdetti dal modo in cui procedono le vicende: Chromeskull è un killer supertecnologico, mentre ben due abitazioni nei paraggi sono sprovviste di telefono. Così, in un attimo, passiamo dal futuro al medioevo! Bisogna anche stendere un velo pietoso sulla recitazione dei protagonisti, a cominciare dalla fuggiasca le cui espressioni di terrore sul volto fanno piuttosto sorridere. Nonostante le palesi mancanze, questa pellicola di Robert Hall ha un suo perché, proprio alla luce di una violenza esagerata che se ne frega di tutto il resto. Una bella maschera lucida da teschio basta e avanza per creare il personaggio giusto, aggiungete coca-cola e popcorn e la serata è risolta. Solo per slasher maniaci, sia chiaro.

2,5

(Paolo Chemnitz)

laid

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