Il Rituale

il ritualedi David Bruckner (Gran Bretagna, 2017)

David Bruckner lo abbiamo sempre assaporato a spezzoni, prima con un episodio (dal titolo “Amateur Night”) presente in “V/H/S” (2012) e successivamente con un segmento della splendida antologia horror “Southbound” (2015). “Il Rituale” (“The Ritual”) – già presentato al Toronto International Film Festival lo scorso settembre – sbarca in Italia grazie a Netflix con una cassa di risonanza quindi non indifferente. Dopotutto si tratta di un horror praticamente perfetto per un certo tipo di pubblico: un film non eccessivamente commerciale ma allo stesso tempo fruibile da gran parte degli appassionati del genere, sia per la storia (un survival movie che prende vita in un bosco impenetrabile) che per le atmosfere (questa volta non ci sono serial killer in agguato, ma un alone di mistero legato ad antiche tradizioni pagane).
Anche se “Il Rituale” è stato girato in Romania, in realtà ci troviamo lungo un sentiero al confine tra Svezia e Norvegia, dove un gruppetto di amici decide di trascorrere una breve vacanza all’insegna dell’avventura. L’incipit è molto frettoloso, ma delinea la psicologia del protagonista Luke, alcuni mesi prima rimasto impotente durante l’uccisione di un amico colpito a sangue da due rapinatori. Un senso di colpa che affiora di continuo, come una dimensione parallela che si apre davanti a lui nel bel mezzo della foresta, per un diversivo importante capace di regalarci qualche notevole spunto visionario (al di là dei soliti cliché di matrice survival).
Fin quando non vengono svelate le carte, “Il Rituale” si dimostra un lavoro teso e avvincente, disseminato di indizi inquietanti (l’animale sventrato appeso tra gli alberi, il simulacro di paglia, le rune incise sui tronchi) e per nulla banale, neppure nei dialoghi. La seconda metà del film perde invece una parte del potenziale, nonostante un finale scoppiettante (per non dire esagerato) che in parte riporta in mente proprio quell’attitudine spavalda già espressa dal regista nei suoi frammenti antologici.
Se una scorciatoia fosse davvero una scorciatoia, non sarebbe chiamata scorciatoia, bensì strada”, parole sagge proferite poco dopo la deviazione fatale lontano dal sentiero suggerito sulla mappa. In effetti ci si perde in questo panorama oscuro e claustrofobico, un chiaro riferimento a “The Blair Witch Project” (1999) permeato da momenti creepy e da qualche felice intuizione legata alla psicologia del protagonista, motivo per il quale (e lo ribadiamo ancora una volta) “Il Rituale” vive di una particolare luce propria. Anche perché qualcuno ha scomodato persino “The Wicker Man” (1973), trascurando il fatto che il film di David Bruckner guarda al paganesimo rinunciando a qualsiasi aspetto mistico e antropologico (pupazzi di paglia a parte), sulla base di un epilogo decisamente sopra le righe che si stacca di netto dal resto dell’opera. In fin dei conti, una piacevole sorpresa.

3,5

(Paolo Chemnitz)

The-Ritual

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