Code Blue

code bluedi Urszula Antoniak (Danimarca/Olanda, 2011)

“Code Blue” è il secondo film diretto dalla polacca Urszula Antoniak, dopo il debutto del 2009 “Nothing Personal”. Ancora una volta si tratta di una coproduzione (in questo caso tra Danimarca e Olanda), con un cast di buon livello tra cui spicca la scheletrica protagonista Marian (la belga Bien De Moor), una donna dallo sguardo gelido e dal viso scavato e sofferente. Questa signora di mezza età lavora come infermiera presso un ospedale: vivendo a stretto contatto con i malati terminali, spesso cerca di placare il loro calvario ponendo fine alla loro esistenza. Una scelta dolorosa per una donna sociopatica che forse soffre più dei suoi pazienti, le uniche persone con cui riesce ad avere un contatto umano, anche solo apparente. Quella di Marian è infatti una realtà misera, divisa tra il lavoro quotidiano e un appartamento spoglio dove la protagonista trascorre le serate nella solitudine più completa (eccetto quando ospita uno strambo vicino di casa per fare due chiacchiere). L’incontro improvviso con un uomo (Konrad) le offre però una nuova opportunità, il tanto agognato risveglio della carne e dei sensi. Ma le cose non vanno per il verso giusto.
“Code Blue” inizialmente riporta in mente la pellicola ungherese “Pál Adrienn” (2010) di Ágnes Kocsis (dove un’infermiera è accusata di praticare l’eutanasia), mentre in un secondo momento vira decisamente su un malsano erotismo che trova la sua apoteosi nel degradante e squallido finale. Urszula Antoniak lavora di sottrazione con una messa in scena minimale e con la costante presenza mortifera di Marian, un personaggio ripugnante sia con il camice che senza veli (“se non sei buona con te stessa, non puoi essere buona con gli altri” è la sincera stoccata di una sua collega). Purtroppo le intriganti intenzioni della regista non vengono ripagate del tutto: un paio di scene sono incredibilmente forzate (il preservativo ricolmo di sperma raccolto sul prato dopo uno stupro e poi strofinato sul corpo suscita uno shock al contrario. Disturbante? No, gratuito), così come non convince affatto l’epilogo, poco sviluppato e per nulla elaborato viste le succulente premesse dell’incontro con Konrad.
“Code Blue” è un interessante quanto incompiuto lungometraggio sul binomio Eros e Thanathos, un rapporto controverso che conosciamo fin dalla notte dei tempi: Urszula Antoniak riesce a creare un flusso denso di significati e di oscure patologie (perversioni sessuali, alienazione, voyeurismo), soffocando però quella scintilla che avrebbe permesso al film di compiere il fatidico salto di qualità. Non resta quindi che studiare da vicino l’umiliazione perpetua che si autoinfligge Marian, il filo conduttore di una vita sciagurata. Triste e mortificante.

3

(Paolo Chemnitz)

code blue pic

 

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