La Cosa

la cosadi John Carpenter (Stati Uniti, 1982)

Nel 1982 bisogna scegliere da che parte stare. I gusti del pubblico si stanno ormai dirigendo verso un cinema fantastico politicamente corretto, appetibile anche dai giovanissimi. Dopotutto siamo negli anni ottanta e la televisione ha una forte influenza sulla percezione e sui gusti delle persone: ne sa qualcosa questo film di John Carpenter, spesso messo (ingiustamente) in competizione con il contemporaneo “E.T. – L’Extraterrestre” (1982), un rassicurante quanto tenero prodotto per famiglie. In effetti l’opera di Steven Spielberg attira su di sé tutti i riflettori, ma nonostante gli incassi meno brillanti del previsto, “La Cosa” (“The Thing”) entra nel giro di poco tempo tra le grazie dei veri appassionati di fantahorror, mettendo da parte ogni tipo di buonismo.
John Carpenter era talmente fissato con “La Cosa Da Un Altro Mondo” (1951) che alcune immagini di questo film si possono scorgere sullo schermo di un televisore in “Halloween” (1978). Quando l’Universal Pictures offre al regista la possibilità di girarne un remake (con un budget stimato di circa quindici milioni di dollari), il Carpa non ci pensa due volte e si butta a capofitto in questo progetto, lavorando soprattutto sugli spunti suggeriti dal racconto originario di John W. Campbell  “Who Goes There?” del 1938. Le metafore presenti nel film del 1951 qui vengono completamente stravolte in favore di un pessimismo raggelante: se infatti nel primo lungometraggio il gruppo di studiosi si dimostra compatto nei confronti del nemico alieno (una prassi del periodo, considerando che in tempi di guerra fredda la minaccia esterna veniva spesso identificata con il pericolo comunista), nella pellicola del 1982 a prevalere è la paranoia generale, accuse reciproche che i vari protagonisti si scambiano tra di loro. La Cosa può essersi impossessata del corpo di chiunque e il sospetto si insinua tra le stanze e i corridoi di quella base scientifica dell’Antartide (un’altra variazione sul tema, poiché dal Polo Nord del film di Christian Nyby ci trasferiamo al Polo Sud).
giphyJohn Carpenter ci rinchiude in questa stazione isolata dal resto del mondo, lasciando correre tra le immagini un senso di claustrofobia continua. Il pericolo in questa occasione non solo si manifesta con l’opprimente coltre bianca che circonda la base (assedio e solitudine), ma si identifica pure con i personaggi del film, i cui corpi diventano automaticamente nemici da sconfiggere dal momento in cui la creatura penetra al loro interno. Praticamente un body horror che si può anche assimilare ai timori legati alla diffusione dell’AIDS durante quel periodo, una paura strisciante che qui viene rappresentata in maniera distruttiva e persino bizzarra (la squadra addetta agli effetti, diretta dal giovanissimo Rob Bottin, compie un ottimo lavoro nonostante alcuni eccessi grotteschi dettati forse da un’overdose di entusiasmo).
Nel cast spicca l’inossidabile Kurt Russell nei panni di MacReady, qui meno iconico ma con una profondità umana più spiccata rispetto al personaggio di Snake (o Jena, fate voi) Plissken visto nel precedente “1997: Fuga Da New York” (1981). “La Cosa” con il trascorrere del tempo è entrato a far parte della cultura di massa, basti pensare che ogni anno nella stazioni scientifiche dell’Antartico si festeggia l’ingresso dell’inverno (lì il 21 giugno) guardando il film di Carpenter (che comunque non girò una singola scena al Polo Sud, dividendosi invece tra Alaska, British Columbia e gli studi di Los Angeles, drasticamente refrigerati per l’occasione). “I dunno what the hell’s in there, but it’s weird and pissed off, whatever it is”, in effetti “La Cosa” non ha un nome ma ha tanti oscuri significati. Dopo “Alien” (1979), un nuovo fantahorror da consegnare alla storia.

5

(Paolo Chemnitz)

la cosa pic

 

3 thoughts on “La Cosa

      • Mi ero un po’ preoccupato non avendo visto altre recensioni da un 4 o 5 giorni. Ormai le recensioni di cinema estremo sono il mio pane quotidiano anche se la fatica per recuperare tutti i titoli di cui parli è immane. Mi fa piacere che recensirai il seme della follia. E so che prima o poi giungerai anche a quelli che sono i miei 2 horror preferiti dopo suspiria:profondo rosso e l’esorcista. A presto Paolo.

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