di William Lustig (Stati Uniti, 1988)
Facciamo un po’ di ordine: “Maniac Cop” (da noi “Poliziotto Sadico”) è un film del 1988 ma in Italia è uscito solo nel 1992. Il suo sequel (“Maniac Cop 2” aka “Il Poliziotto Maniaco”) è successivo di due anni ma nel nostro paese è stato distribuito prima rispetto all’opera originaria. Bisogna quindi evitare di fare confusione, poiché nonostante l’inversione, “Poliziotto Sadico” (1988) è antecedente a “Il Poliziotto Maniaco” (1990), una doppietta di tutto rispetto a cui fa seguito il terzo inutile capitolo della trilogia, “Maniac Cop 3 – Il Distintivo Del Silenzio” (1993), quest’ultimo da noi distribuito in edizione home video solo nel 1996.
William Lustig torna nella sua amata New York (anche se alcune scene sono state girate a Los Angeles) per raccontarci l’ennesima vicenda di orrore metropolitano, come già era accaduto per il suo cult “Maniac” (1980) e per il meno celebrato (ma comunque interessante) “Vigilante” (1982). In questo caso il regista del Bronx spacca la pellicola in tre segmenti, la prima parte infatti è molto legata ai tipici dettami dello slasher movie: con un incipit travolgente, assistiamo al delitto di una donna nel cuore della notte, stritolata dalle mani di un energumeno in divisa da poliziotto. Omicidi che si ripetono a breve, sempre incastonati all’interno di atmosfere cupe e sinistre (Lustig si conferma un maestro nelle inquadrature e nella costruzione della tensione).
Successivamente “Poliziotto Sadico” prende la strada del thriller investigativo, con gli agenti Mallory e Forrest (è sempre strano vedere Bruce Campbell in un ruolo diverso da quello di Ash) che si mettono sulle tracce di questo misterioso killer, descritto come un uomo alto e robusto, immune ai proiettili e con le mani gelate come quelle di un cadavere. L’ultima parte del film cambia ancora registro, spostandosi sul versante action, gli ultimi fuochi d’artificio per un lavoro onesto e sincero, pregno di suggestioni 80s e votato al puro intrattenimento.
Scritto e prodotto da Larry Cohen, questo lungometraggio non offre grandi spunti in fatto di originalità, ma risulta gradevole senza mai annoiare lo spettatore, complice la divertente deriva sovrannaturale del poliziotto resuscitato e un ritmo che non scende mai al di sotto della soglia di attenzione. Il cast funziona (Tom Atkins, Laurene Landon, oltre al già citato Campbell) e c’è anche spazio per un cameo di Sam Raimi. “Poliziotto Sadico” è un prodotto di genere che ricordiamo sempre con grande affetto, non potrebbe essere altrimenti.
(Paolo Chemnitz)