La Notte Brava Del Soldato Jonathan

la notte brava del soldato jonathandi Don Siegel (Stati Uniti, 1971)

Da alcuni mesi a questa parte si parla molto (nel bene ma soprattutto nel male) del nuovo lungometraggio di Sofia Coppola (“The Beguiled – L’Inganno”), adattamento cinematografico del romanzo di Thomas P. Cullinan “A Painted Devil” del 1966. Ma come già abbiamo riscontrato in giro leggendo qualche post dei cinefili occasionali di turno, c’è una tendenza (per fortuna limitata) a ignorare completamente l’importanza dello stesso identico film girato da Don Siegel nel 1971 e da noi intitolato “La Notte Brava Del Soldato Jonathan”. E siccome si tratta di un lavoro di altissima levatura, è arrivato il momento di riparlarne.
Il caporale nordista Jonathan McBarney (Clint Eastwood) è gravemente ferito, ma la piccola Amy, una ragazzina in cerca di funghi, lo trova e lo conduce nel vicino collegio femminile, dove l’uomo viene curato ma accettato con riluttanza dalla direttrice (la signora Martha) e dalle altre giovani dell’istituto (tra cui la spigliata Carol e la timida Edwina). Trovandosi in territorio sudista, McBarney rischia di essere consegnato al nemico, ma presto entra nelle grazie di Martha e delle altre educande, le quali lo nascondono chiudendolo a chiave in una stanza (dove il protagonista è bloccato a letto con una gamba tumefatta in lenta via di guarigione).
“La Notte Brava Del Soldato Jonathan” è un film basato sulla tensione sessuale: fin dalla prima scena (il bacio a stampo sulle labbra della salvatrice Amy, neppure tredicenne), il caporale mostra segni di insofferenza dopo tanto tempo in guerra senza mai poter sfiorare una donna. Una condizione che si incastra in maniera complementare all’isolamento forzato delle ragazze nel collegio, le quali da sempre sono state tenute a debita distanza dal sesso maschile. Ci vuole poco per far scoccare più di una scintilla, ma le conseguenze di una notte di passione innescano delle gelosie già ben visibili nella prima parte del film. Così la repressione sessuale si trasforma in rabbia, in rancore, in una vendetta molto più feroce di un amplesso negato.
Don Siegel lavora con bravura sull’ambigua caratterizzazione di alcuni protagonisti (subdola e perversa la psicologia da mantide della direttrice), mescolando vittime e carnefici senza possibilità di potersi schierare da una parte o dall’altra: l’istinto naturale al sesso diventa una colpa da espiare, così come la competizione femminile si traduce con una gara di astuzia per accaparrarsi l’oggetto della contesa (non importa se menomato, basta che sia ancora in grado di soddisfare una donna). Un dramma contorto quindi, capace di influenzare per alcuni aspetti importanti pellicole successive come “Picnic Ad Hanging Rock” (1975) o “Misery” (1990).
“La Notte Brava Del Soldato Jonathan” è un film cupo, magnificamente fotografato e diretto con maestria all’interno di un ambiente claustrofobico che concede pochi spiragli alla luce del sole. Don Siegel pecca solo quando lascia spazio a un evitabile didascalismo (inutili i flashback), ma non tradisce affatto quello spirito anticonformista che trasforma un luogo di carità cristiana in una trappola dove la perfidia prevale sull’amore. Il finale, amaro e crudele, si rivela l’inevitabile chiusura del cerchio. Memorabile.

4,5

(Paolo Chemnitz)

la notte brava

 

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