L’Immoralità

l'immoralitàdi Massimo Pirri (Italia, 1978)

Proviamo a immaginare un film come “L’Immoralità” al cinema in Italia, oggi. Argomento chiuso già in partenza, perché le tematiche trattate nell’opera farebbero imbestialire la stampa bipartisan, gli ambienti cattolici e i salotti borghesi. E non solo: di base, chi produrrebbe mai una pellicola del genere? Nessuno.
Eppure, nel 1978, un regista poco prolifico come Massimo Pirri (scomparso prematuramente nel 2001) ebbe il coraggio di buttare giù la maschera del perbenismo, accodandosi a quel cinema scabroso e antiborghese che durante gli anni settanta ci aveva regalato tanta roba succulenta (senza scomodare i titoli più celebri, ricordiamo valide opere come “Il Sapròfita” e “Nel Più Alto Dei Cieli”). Lo stesso Pirri, nel 1976, aveva già tentato di inserirsi nel filone con “Càlamo”, un film drammatico molto ambizioso e per questo riuscito solo in parte. È il linguaggio di un’Italia morbosa, quella che mette in mostra famiglie allo sbando, erotismo a profusione e una certa provocazione concettuale figlia delle nuove dinamiche sociali post-sessantotto.
Qui però Pirri sfonda il muro. “L’Immoralità” parte subito a razzo, con il protagonista Federico Anselmi (un serial killer pedofilo) intento a sotterrare il cadavere di una ragazzina appena uccisa. Una volta sfuggito alla polizia, l’uomo trova rifugio in un casolare dove vive una dodicenne (Simona, la meteora Karin Trentephol) che lo cura e lo nasconde in mansarda. Tra i due scocca la scintilla (che esplode in una scena di sesso controversa nella quale la giovane attrice è sostituita da una controfigura), suggestioni erotiche che calpestano i confini del politicamente corretto in un contesto di degenerazione familiare assoluta. La madre di Simona infatti (Vera, interpretata da Lisa Gastoni) conduce una vita completamente disinibita: tradisce il ricco marito (Mel Ferrer) invalido e costretto sulla sedia a rotelle implorando la sua morte per intascare l’eredità (“ma non ti stanchi mai? Pensa, con un bel colpo secco non ci saresti più. Io sarei ricca e libera e tu rosicchiato dai vermi”).
Ben presto le vicende si intrecciano e il triangolo di perversione tra Simona, Federico e Vera trova il suo epilogo cinico e amaro, come era lecito attendersi. Dopotutto nel film di Pirri (girato a Vigevano) non esiste un personaggio positivo: tutti i membri della famiglia sono infimi, a cominciare da una madre ninfomane, un essere spregevole ancora di più dello stesso maniaco. Ma nel calderone finiscono un po’ tutti, anche l’ispettore di polizia disposto a tacere davanti all’evidenza pur di scoparsi la padrona di casa.
La trama non è certo originale (qualche spunto arriva sicuramente da “La Seduzione” di Fernando Di Leo, di cinque anni precedente) e il regista ogni tanto sembra sedersi per terra tirando per le lunghe alcune scene, ma nonostante tutto “L’Immoralità” riesce a colpire il bersaglio, proprio per l’evolversi sempre più tragico delle vicende. La critica sociale sulle disgrazie della borghesia qui trova nuovi stimoli attraverso dinamiche familiari portate all’estremo, dalle quali emergono alcune forzature che comunque non condizionano eccessivamente l’intento della pellicola. Resta però sul piatto l’immagine shock del (finto) pedo-amplesso, realizzata senza preoccuparsi troppo delle ire censorie, un po’ come accadde per un’altra pietra dello scandalo del cinema bis dell’epoca, “Maladolescenza” (1977) di Pier Giuseppe Murgia. L’opera di Pirri però è passata praticamente indenne dalle forche caudine dei benpensanti, con tanto di rivalutazione postuma alimentata anche dall’uscita in edizione home video di qualche anno fa.
Sesso, denaro e assenza totale di un codice morale, come da titolo. Un film che ancora oggi conserva intatto il suo fascino.

3,5

(Paolo Chemnitz)

l'immoralità pic

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...