di Dario Argento (Italia, 1977)
“Suspiria” ha compiuto quarant’anni e ce ne siamo accorti tutti. Prima l’uscita nelle sale a gennaio in edizione restaurata in 4K, poi ancora le tanto attese e aggiornate release in dvd e blu-ray, infine l’annuncio del remake diretto da Luca Guadagnino che aspettiamo con più di un timore, nonostante il lavoro sontuoso che sta accompagnando questa produzione italo-americana ormai in dirittura d’arrivo.
“Suspiria” è il capolavoro horror di Dario Argento. Un film che rappresenta lo snodo cruciale per un regista fino a quel momento incastrato nelle dinamiche del giallo, ovviamente con risultati eccellenti. L’apice raggiunto da “Profondo Rosso” (1975) richiedeva un passo ulteriore in avanti: l’angoscia latente di “Suspiria” è stata la risposta, la migliore possibile tra quelle auspicabili.
Senza tornare nuovamente sulla trama che praticamente conoscete tutti (o almeno ce lo auguriamo), partiamo con un’analisi su quelle che furono le influenze che portarono Argento a realizzare questo lavoro. Prima di tutto un libro, il romanzo gotico Suspiria De Profundis di Thomas De Quincey, dove vengono nominate le tre madri che daranno vita alla trilogia omonima del regista, ovvero Mater Suspiriorum (“Suspiria”), Mater Tenebrarum (“Inferno”) e Mater Lacrimarum (il recente “La Terza Madre”). Poi Mario Bava, un Maestro a cui il cinema di Dario Argento deve molto, qui omaggiato con una fotografia che ci lascia incantati per quei colori forti, quelle luci accese e quelle atmosfere che tanto ci avevano suggestionato nel decennio precedente grazie proprio alla meraviglie baviane. Infine, un film spagnolo di Narciso Ibáñez Serrador, “La Residencia” (1970, da noi “Gli Orrori Del Liceo Femminile”), un horror ambientato in un collegio dove vengono riabilitate ragazze ribelli o dai comportamenti deviati, giovani che però spariscono nel nulla proprio come avviene sette anni più tardi nella pellicola di Dario Argento. Ovviamente il discorso si potrebbe ampliare (in ambito artistico, l’incisore e grafico olandese M.C. Escher torna spesso nelle geometrie visive del film), ma ci fermiamo per spostarci su un altro aspetto importante legato a “Suspiria”, quello favolistico.
Pur trattandosi di un horror ammantato di esoterismo e stregoneria, l’opera nasce come una fiaba nera: il regista in partenza aveva pensato a una serie di protagoniste bambine (sostituite in seguito da ragazze poco più che maggiorenni), un’idea che la produzione bocciò drasticamente ma che lasciò intatte alcune caratteristiche pensate da Argento, come ad esempio le maniglie delle porte poste in alto rispetto all’altezza delle attrici oppure il rapporto fanciullesco e infantile che intercorre tra le protagoniste, spesso in contrasto tra loro per futili motivi. Impossibile poi non citare le splendide location, la Foresta Nera, Monaco di Baviera e Friburgo, luoghi segnati dal mistero, come la Königsplatz di Monaco dove Flavio Bucci (indimenticabile nel ruolo del cieco) viene sbranato dal suo cane guida in una delle scene tecnicamente più imponenti realizzate dal regista. Ma a fare paura sono i corridoi di quella scuola di danza, un labirinto nel quale i passi conducono nelle stanze oscure di quella congrega di streghe, dove i respiri si fanno affannosi e i segreti si manifestano nella maniera più raccapricciante.
In “Suspiria” ogni elemento è in funzione di un altro e l’incastro risulta perfetto: la colonna sonora dei Goblin è arcana, sinistra e malvagia, uno score che si esalta attraverso quelle immagini avvolgenti e viceversa, contemplando un recupero di strumenti tradizionali come la celesta e il bouzuki in un tessuto musicale pregno di tensione elettronica e atmosfere dark. Poi ancora il cast (con Jessica Harper fantastica nei panni di Suzy), gli omicidi (quello nel filo spinato è clamoroso), la suspense continua: la lista delle bellezze insite nell’opera è infinita e costituisce minuto dopo minuto il vertice assoluto del cinema di Dario Argento e dell’horror italiano degli ultimi quarant’anni.
Celebriamo anche noi l’anniversario di “Suspiria”, è storia del cinema. Sfidiamo chiunque a pensare il contrario.
(Paolo Chemnitz)
Sono previste le recensioni di profondo rosso e de l’esorcista? Quali sarebbero le valutazioni?continui così. Complimenti vivissimi
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Certo, le farò. Si tratta di due film da cinque stelle, senza dubbio. Grazie
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