Escalofrío

escalofríodi Carlos Puerto (Spagna, 1978)

La Spagna conservatrice e cattolica usciva dal franchismo nel 1975. Gli anni successivi segnarono un forte fermento a livello cinematografico, dopo un lungo periodo di repressione e censura. Il carattere exploitation di alcune pellicole introdusse un sesso più esplicito come snodo cruciale per una nuova generazione di cineasti che cercava di mettersi in mostra non solo a livello nazionale. Carlos Puerto fu una meteora in tal senso, al contrario di Juan Piquer Simón, qui non accreditato ma anch’egli alla regia (lo ritroveremo negli anni ottanta con due lungometraggi importanti, “Pieces” e “Slugs”).
“Escalofrío” (che diventa “Satan’s Blood” nel titolo internazionale) è un horror satanico come tanti usciti durante quella decade, da qualcuno celebrato oltre le sue reali potenzialità. La storia è molto semplice: Andy e Thelma, una coppia madrilena, sono invitati da un’altra coppia (Bruno e Anne) a trascorrere una breve vacanza in una casa di campagna. I due sono inconsapevoli di avere a che fare con delle persone alquanto strambe, così prima finiscono per comunicare con degli spiriti tramite una tavoletta ouija, mentre poi si ritrovano coinvolti in oscuri rituali devoti al maligno. Tutto questo all’interno di una cornice velata da un profondo erotismo (molteplici sono le scene con nudi integrali).
Carlos Puerto scrive una sceneggiatura povera e poco interessante, condita da una regia di stampo televisivo e da una serie di interpretazioni che navigano a malapena intorno alla sufficienza. Il classico eurotrash senza grosse pretese, nel quale anche la simbologia satanica viene utilizzata a sproposito (il pentacolo ha le due punte rivolte verso il basso). Ma qualcosa da salvare c’è: il finale, gli ultimi dieci minuti, quando “Escalofrío” ingrana incredibilmente la marcia giusta regalandoci sequenze creepy, un po’ di splatter e un susseguirsi di immagini crude e feroci. Una sveglia che arriva troppo tardi, così come il film stesso, atterrato sugli schermi nella seconda parte degli anni settanta, quando ormai tutto il filone esoterico/diabolico si stava lentamente esaurendo. Mediocre.

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(Paolo Chemnitz)

escalofrio

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