di Norman J. Warren (Gran Bretagna, 1981)
A cavallo tra gli anni settanta e gli anni ottanta, il successo di “Alien” (1979) mise in moto la macchina delle emulazioni low budget, piccoli film che comunque richiamavano l’attenzione del pubblico appassionato di cinema bis (in questo caso legato al fantahorror). In Italia uscirono “Alien 2 – Sulla Terra” (1980) di Ciro Ippolito e “Contamination” (sempre del 1980) di Luigi Cozzi, mentre nel Regno Unito fu la volta di “Inseminoid” (1981), un b-movie conosciuto negli Stati Uniti con il titolo alternativo “Horror Planet”. Il regista Norman J. Warren si era fatto notare già per una pellicola dal concept piuttosto delirante, “Prey” (1977), poi tradotta anche in italiano (“Terrore Ad Amityville Park”).
“Inseminoid” è girato in economia nelle miniere inglesi di Chislehurst e si vede: le scenografie sono povere e l’ambiente claustrofobico spaziale non è certo paragonabile a quello suggerito due anni prima da Ridley Scott, ma il film comunque non annoia mai e il plot è sicuramente interessante. In un pianeta sconosciuto, due esploratori restano feriti da una strana esplosione di minerali. L’incipit sembra omaggiare “Terrore Nello Spazio” (1965) di Mario Bava, ma poi l’azione si sposta in uno luogo angusto e circoscritto, nel quale Sandy (una ricercatrice in missione interpretata da Judy Geeson) viene violentata da una misteriosa figura aliena, ritrovandosi incinta. La donna inizia a manifestare una certa aggressività, per poi cominciare a sterminare tutti i suoi compagni cibandosi delle loro carni.
Norman J. Warren lavora con poche risorse ma riesce a farle fruttare oltre il dovuto: la scena del parto è sicuramente suggestiva ma il film poggia anche su alcune sequenze gore che ne esaltano la componente exploitation, soprattutto nella valida parte conclusiva. “Conceived in violence, carried in terror, born to devastate and brutalize the universe!”. Uno slogan di lancio del genere unito a un titolo perfetto per attirare l’attenzione (che in Italia diventò “Inseminoid – Un Tempo Nel Futuro”) rende la confezione impeccabile, peccato che per i succitati limiti di budget il contenuto non sia all’altezza e che sia scattato il massacro mediatico da parte di tutti quelli che non sono riusciti a cogliere la genuinità della proposta (la media attuale di 3,6/10 su IMDb è ingiusta e impietosa). Ma a noi questa pellicola di serie b piace così, imperfetta e con tutte le sue potenzialità (in)espresse, difetti che in fin dei conti fanno parte del gioco.
(Paolo Chemnitz)