Ex Drummer

ex drummerdi Koen Mortier (Belgio, 2007)

Se “Ex Drummer” fosse stato concepito una decina di anni prima, magari sull’onda del successo planetario di “Trainspotting” (1996), probabilmente avrebbe raggiunto un consenso più unanime, nonostante si tratti di un’opera molto più estrema e scioccante rispetto a quella diretta da Danny Boyle. Il regista Koen Mortier prende ispirazione dall’omonimo romanzo scritto da Peter Brusselmans nel 1994: qui non ci troviamo a Edimburgo ma a Ostenda, nelle Fiandre, un (non) luogo dove fin dagli strambi titoli di testa la vita sembra scorrere al contrario, almeno per le persone disagiate che vivono lì, tra cui tre musicisti handicappati alla ricerca disperata di un batterista. Il cantante è dislessico e misogino (picchia le donne), il chitarrista è mezzo sordo, mentre il bassista (omosessuale) ha un braccio paralizzato e ha un rapporto ambiguo e morboso con la madre. Il trio chiede aiuto a un celebre e ricco scrittore del posto (Dries), il quale dopo un primo tentennamento prende la palla al balzo, dopotutto far parte di quella band è l’occasione giusta per raccogliere del materiale per un nuovo libro. I nostri (denominati The Feminists) devono partecipare soltanto a un concerto ma per poterlo fare anche Dries è costretto a mostrare un handicap. Molto semplice, l’uomo non sa suonare la batteria.
“Ex Drummer” è un lungometraggio di livello, al di là del suo modus operandi proteso verso lo shock programmato a tavolino. Il regista infatti utilizza il suo stile convulso (montaggio da videoclip, voce narrante, colonna sonora onnipresente) per mettere in scena una storia che più che coinvolgere, stordisce. Ma se superiamo il caos annichilente che attraversa lo schermo, restano una serie di ottime intuizioni: il personaggio di Dries (un manipolatore non da poco) è notevole, lo spirito punk anarcoide è credibile e lo score musicale ha delle buone cartucce da sparare (da Mogwai a una bella cover di “Mongoloid” dei Devo). Inoltre, il gruppetto di freak è immerso in uno squallore quotidiano che ci offre alcune scene a dir poco deliranti (incluso uno stupro gay), un colpo basso dopo l’altro che si esaurisce nelle ultime pungenti immagini, dove prevale un disturbante nichilismo catartico e risolutivo.
“Ex Drummer”, pur nella sua confezione esagerata e sopra le righe, risulta un’opera dissacrante e oltraggiosa (anche nei confronti del defunto Re Baldovino di Belgio, definito dal protagonista un coglione), un lavoro che riesce a ritagliarsi il suo spazio prendendo in parte le distanze da “Trainspotting” (con il quale condivide alcune suggestioni) e da quel cinema di confine di taglio sociale, qui raccontato con le giuste metafore e con un piglio ironico che riesce persino a farci sorridere. Sesso, droga e handicappati: come cantavano i Sex Pistols, no future.

4

(Paolo Chemnitz)

ex drummer pic

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