di George A. Romero (Stati Uniti, 1985)
“Il Giorno Degli Zombi” chiude nel modo più nero e funesto la prima trilogia di George A. Romero dedicata a queste creature che tanto hanno dato al cinema horror. Se “La Notte Dei Morti Viventi” (1968) aveva posto le basi per il risveglio e l’invasione (in un ambiente comunque circoscritto), “Zombi” (1978) contemplava un’epidemia ormai a livello mondiale, con i sopravvissuti comunque ancora capaci di lottare sul proprio territorio, soprattutto nelle campagne e nelle zone meno abitate.
Sette anni dopo, il regista americano trascina i superstiti nel sottosuolo, perché ormai la terra è controllata esclusivamente da questi mostri affamati di carne umana. Ce ne accorgiamo fin dall’incipit, nel quale un elicottero in ricognizione atterra in una città della Florida per cercare qualche essere umano ancora in vita: il panorama è desolante e apocalittico e per i protagonisti non resta che tornare nella propria base militare, un bunker costruito nel sottosuolo dove alcuni soldati proteggono un organo scientifico addetto alla ricerca di una soluzione per contenere o fermare il contagio.
La tensione all’interno di quel luogo claustrofobico è il primo sentore di una tragedia imminente: l’ottuso Capitano Rhodes prende il comando delle operazioni mettendosi in netto contrasto con gli esperimenti del Dottor Logan, considerati lenti e poco risolutivi nonostante il luminare sia orgoglioso di Bub, uno zombi ammaestrato capace di utilizzare alcuni oggetti rudimentali. Ridotti ormai allo stremo e con le provviste sempre più razionate, i superstiti andranno incontro alla follia e alla disperazione, circondati da un esercito di morti viventi ormai liberi di penetrare nel nascondiglio.
“Day Of The Dead” (nel suo titolo originale) è un concentrato di nichilismo allo stato puro. L’uomo, incapace di gestire una situazione di emergenza, riversa contro i propri simili l’egoismo, l’arroganza e la presunzione, aspetti con cui Romero dipinge i militari della base, in un gioco di specchi che riporta direttamente alla società americana degli anni ottanta allora governata da Ronald Reagan (guerra fredda, corsa agli armamenti, capitalismo sfrenato).
Un film disperato, teso, un vero e proprio girone infernale che riesce a disturbare per la presenza di alcune scene rivoltanti, nelle quali gli effetti splatter di Tom Savini (affiancato dal giovane Greg Nicotero) toccano il vertice assoluto del realismo. Per fortuna il regista lavorò in assoluta libertà, rinunciando a un budget più elevato (che avrebbe comportato un rating più abbordabile per la censura) e lasciando spazio alla ferocia delle immagini, espressa soprattutto nella parte conclusiva del film.
“Il Giorno Degli Zombi” non ha bisogno di essere paragonato ai due capitoli precedenti della saga, perché è una pellicola che vive di luce propria, un terzo atto che rappresenta non solo un completamento, ma anche un’estensione concettuale dei primi film. La lotta tra esseri umani, già importante in “La Notte Dei Morti Viventi” e poi ribadita in “Zombi”, qui diventa lo snodo cruciale su cui poggiare gli eventi, ammantati di un pessimismo cosmico che non riusciremo a ritrovare neppure nella successiva trilogia realizzata da Romero durante il nuovo millennio. Il caos regna e l’uomo merita di soccombere.
(Paolo Chemnitz)