di Jeff Gillen e Alan Ormsby (Canada/Stati Uniti, 1974)
“Deranged – Il Folle” è uno dei tanti film ispirati alle gesta di Ed Gein (soprannominato il macellaio di Plainfield), serial killer americano tra i più celebri dello scorso secolo. Il suo lato oscuro va ricercato nel rapporto morboso con la madre, che una volta morta lo lascia nella solitudine più disperata, aprendo la strada per un crescendo di insanità mentale le cui avvisaglie si erano già assaporate durante la sua adolescenza. Da quell’istante l’uomo commette atti di necrofilia e di mutilazione, squartando i corpi delle sue vittime e provando piacere nel farlo, per poi costruire nella sua casa pezzi di arredo con alcuni resti dei cadaveri.
Uno scenario raccapricciante che “Deranged” riesce a raccontarci minuziosamente: nella pellicola in questione il protagonista si chiama Ezra Cobb, un contadino che vive in una dimora isolata del Wisconsin, un personaggio inquietante il quale esce fuori di senno quando la madre passa a miglior vita, esattamente come avviene nella realtà dei fatti. Egli inizia a profanare i cadaveri dal cimitero e a parlarci come se fossero vivi, un primo passo verso il delirio, poiché successivamente Ezra comincia a uccidere torturando e massacrando le sue prede, attirate e incastrate in quel luogo fatiscente.
I registi Jeff Gillen e Alan Ormsby prendono le distanze dalle opere passate (“Psycho”) o contemporanee (“Non Aprite Quella Porta”) che presentano forti similitudini con i crimini compiuti da Ed Gein, puntando tutto sull’aspetto biografico dello psicopatico e facendo ruotare la storia interamente attorno alla sua figura, anche nel modo in cui egli si rapporta con i malcapitati (i personaggi di contorno sono meno efficaci, altri come il giornalista addirittura superflui). Sotto questo punto di vista, l’interpretazione di Roberts Blossom nei panni del carnefice è potente, credibile e molto drammatica.
Il film, girato quando il vero serial killer era ancora vivo, resta quindi la più accurata trasposizione cinematografica interamente dedicata a Ed Gein, almeno fino all’uscita (nel 2000) del meno interessante “In The Light Of The Moon” (seguito poi da altri titoli insulsi dedicati al folle omicida).
La prima mezzora di “Deranged” è davvero notevole, l’opera però è piuttosto lenta e la mancanza di ritmo la rende in alcuni passaggi abbastanza pesante da digerire (nonostante i novanta minuti scarsi di durata), ma ciò non toglie che il film sia comunque un prodotto valido e meritevole di visione: la scena della cena con i cadaveri mummificati è un collage macabro di grande spessore e il lavoro agli effetti di Tom Savini aiuta non poco la resa delle immagini più ferali.
Un prodotto marcio, annichilente, dalle atmosfere malsane, in questo caso non serve altro per catturare la nostra attenzione.
(Paolo Chemnitz)