di Michel Levesque (Stati Uniti, 1971)
Il filone dei biker movie è spesso rimasto sullo sfondo in mezzo alla miriade di pellicole di taglio exploitation uscite a cavallo tra gli anni sessanta e settanta. Eppure “I Selvaggi” (1966) e “Easy Rider” (1969) avevano spianato la strada a un sottobosco di imitazioni più o meno credibili, opere in cui i protagonisti venivano addirittura ingaggiati tra le gang motorizzate (“Angeli Della Violenza” schierava mezzi e volti presi dagli Hell’s Angels in carne e ossa). In breve tempo il genere perse il suo interesse tra il pubblico, ma le idee e il trasformismo di alcuni registi portarono i biker movie verso nuovi territori. “La Notte Dei Demoni” (“Werewolves On Wheels” nel suo titolo originale) è un film che sfrutta al massimo il fattore contaminazione, offrendoci la solita carrellata di motociclisti duri e incazzati ma all’interno di un contesto horror.
Michel Levesque qui è al suo debutto (l’anno seguente dirigerà un dimenticabile women in prison, “L’Isola Delle Salamandre”) e ci racconta in meno di ottanta minuti le scorribande dei Devil’s Advocates, un gruppo di biker che subito dopo aver dato una lezione a due uomini su un furgoncino, decide di fare un giro in una zona rurale dominata da un misterioso monastero. Una volta sul posto, i protagonisti vengono storditi e narcotizzati da alcuni oscuri frati incappucciati, che prendono una ragazza del club come ancella sacrificale per un rituale satanico. Nonostante qualche discutibile caduta nel trash (gli occhi sgranati del monaco sono terrificanti), le scene notturne dell’orgia restano le migliori del film, sia per alcune interessanti inquadrature, sia per le atmosfere psichedeliche che tanto andavano in voga durante quel periodo.
La fuga dei motociclisti è piuttosto goffa ma una volta riconquistata la libertà, nulla è come prima: qualcuno di essi, durante le ore di buio, si trasforma in un lupo mannaro, una maledizione frutto di quell’esperienza nel convento.
Motociclette, satanismo, licantropi, “La Notte Dei Demoni” è un vero frullato di idee che ovviamente si esauriscono in una sceneggiatura scolastica e in una seconda parte meno efficace. Osservare l’uomo lupo a cavallo di una due ruote è una sequenza cult che non si dimentica facilmente, ma “La Notte Dei Demoni”, al di là delle sue curiose derive horror, resta un b-movie da ricordare esclusivamente per la sua stravaganza iconografica, non per altri motivi.
(Paolo Chemnitz)