di Takashi Miike (Giappone, 2014)
Tra i lavori diretti da Takashi Miike negli ultimi anni, “As The Gods Will” è sicuramente quello che ha avuto maggiore riscontro da parte del pubblico (ricordiamo ancora gli applausi scroscianti dopo l’anteprima mondiale al Festival Internazionale del Film di Roma del 2014). L’ispirazione arriva da un manga scritto da Muneyuki Kaneshiro e illustrato da Akeji Fujimura: praticamente una sorta di videogioco a eliminazione, dove gli studenti di tutte le scuole del mondo restano intrappolati nelle loro classi finite in dei cubi sospesi nel cielo (opera di Dio? Invasione di alieni? Un vero e proprio mistero). Essi devono sottostare a delle prove assurde messe in atto da figure votive della tradizione giapponese, a cominciare da una sadica statuetta Daruma animata, per poi passare a un Maneki Neko gigante che imperversa nella palestra dell’istituto (si tratta del gattone portafortuna di porcellana dei giapponesi, qui affamato e bastardo come non mai). Le prove da superare sono cinque e tutte concatenate tra loro, una più divertente dell’altra e con un alto tasso di splatter (geniale la prima di esse con il Daruma, nella quale il sangue degli studenti decapitati fuoriesce come un flusso di biglie rosse impazzite).
L’opera parte a razzo e non ci si annoia mai, è tutto così weird e dannatamente fumettoso che si riesce anche a sorridere, prima di una svolta amara e crudele nel prefinale che ci proietta verso un epilogo molto suggestivo e particolare. I personaggi sono azzeccati, a cominciare dal cinico ragazzo delinquente, caratterizzato molto bene e spunto per una riflessione nichilista del regista (è meglio affogare nella noia quotidiana oppure essere spettatori eccitati di un evento clamoroso che decimi la popolazione?). Inoltre, ci sono dei rimandi concettuali a un paio di film in particolare: “Battle Royale” (2000) di Kinji Fukasaku (la competizione tra studenti che si devono eliminare per sopravvivere) e “Symbol” (2009) di Hitoshi Matsumoto (per il nonsense giocoso e per la metafora della volontà di un Dio che forse sta dietro tutto questo), due pellicole importanti adesso affiancate da questa perla che intrattiene e diverte in modo semplice e istintivo. Se amate il lato weirdo del Giappone, “As The Gods Will” è un film da vedere obbligatoriamente, grazie al genio di un regista ancora una volta capace di regalarci un instant cult.
(Paolo Chemnitz)