The Eyes Of My Mother

16837838_1785165774834034_1444266694_ndi Nicolas Pesce (Stati Uniti, 2016)

“The Eyes Of My Mother” è un film disturbante. Può essere identificato con un horror ma è soprattutto un dramma psicologico di rara potenza che segue le vicende di una ragazza di origine portoghese, Francisca. Nelle prime scene la vediamo da bambina, nella fattoria con la madre, la quale le insegna a sezionare gli animali morti, fino al giorno in cui uno psicopatico si presenta alla porta di casa uccidendo la donna. Ritroviamo in seguito Francisca diventata adulta accanto al padre ormai anziano, un uomo che quando muore continua a vivere in quella dimora come carcassa in via di putrefazione (le sequenze nella vasca da bagno mostrano una regia visivamente sconvolgente). Questa giovane ha un disperato bisogno di amore, di qualcuno che stia accanto a lei, ma il suo modus operandi è anche un doloroso atto di vendetta: nel fienile di sua proprietà qualcuno finisce incatenato e torturato, un ritorno allo stato animale che riporta in mente la sorte toccata alle malcapitate di turno già vista in opere come “Martyrs” (2008) o “The Woman” (2011).
Il giovanissimo newyorkese Nicolas Pesce (classe 1990) debutta con una pellicola art house che sicuramente farà molto parlare di sé. Utilizza il bianco e nero mettendo in risalto tutte le tonalità di grigio, opprime i personaggi avvolgendo di ombre il loro campo di azione, si diletta in inquadrature di spessore e lascia praticamente la storia in secondo piano, concentrandosi su un collage di situazioni che unite una con l’altra riescono a dare un senso (quasi) compiuto al tutto.
Il film è macabro, malsano, completamente incentrato sul dramma di Francisca (magistralmente interpretata da Kika Magalhaes), un personaggio alienato che sfoga in maniera a dir poco allucinata il suo trauma infantile e una solitudine irreversibile. Un continuum di scene nelle quali i nostri occhi godono ma che lasciano comunque indifferenti dal punto di vista psicologico, poiché non esiste un crescendo di tensione in un contesto che rinuncia con consapevolezza alla narrazione tradizionale, segmentando drasticamente le diverse vicende che coinvolgono la protagonista. Nicolas Pesce infatti ci fa vedere ma senza raccontare, ci tramortisce di immagini superlative lasciando praticamente sullo sfondo la sceneggiatura. Una scelta condivisibile alla luce del risultato complessivo del film, candidato seriamente a rappresentare una delle pellicole più controverse uscite durante la stagione, motivo per il quale “The Eyes Of My Mother” merita tutta la vostra attenzione.

4

(Paolo Chemnitz)

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